Page 343 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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merita essere comendato, come se ne fusse stato inventore; perché invero
le cose fatte inanzi a lui si possono chiamar dipinte, e le sue vive, veraci e
naturali, allato a quelle state fatte dagli altri.
L'origine di costui fu da Castello San Giovanni di Valdarno, e dicono che
quivi si veggono ancora alcune figure fatte da lui nella sua prima
fanciullezza. Fu persona astrattissima e molto a caso, come quello che
avendo fisso tutto l'animo e la volontà alle cose dell'arte sola, si curava
poco di sé e manco di altrui. E perché e' non volle pensar già mai in
maniera alcuna alle cure o cose del mondo, e non che altro, al vestire
stesso, non costumando riscuotere i danari da' suoi debitori, se non quando
era in bisogno estremo, per Tommaso, che era il suo nome, fu da tutti
detto Masaccio. Non già perché e' fusse vizioso, essendo egli la bontà
naturale, ma per la tanta straccurataggine, con la quale nientedimanco era
egli tanto amorevole nel fare altrui servizio e piacere, che più oltre non può
bramarsi.
Cominciò l'arte nel tempo che Masolino da Panicale lavorava nel Carmine di
Fiorenza la cappella de' Brancacci, seguitando sempre quanto e' poteva le
vestigie di Filippo e di Donato, ancora che l'arte fusse diversa. E cercando
continuamente nell'operare, di fare le figure vivissime e con bella
prontezza a la similitudine del vero. E tanto modernamente trasse fuori
degli altri i suoi lineamenti et il suo dipignere, che l'opere sue sicuramente
possono stare al paragone con ogni disegno e colorito moderno. Fu
studiosissimo nello operare, e nelle difficultà della prospettiva artifizioso e
mirabile, come si vede in una sua istoria di figure piccole, che oggi è in
casa Ridolfo del Ghirlandaio, nella quale, oltre il Cristo che libera lo
indemoniato, sono casamenti bellissimi in prospettiva, tirati in una maniera
che e' dimostrano in un tempo medesimo il didentro et il difuori, per avere
egli presa la loro veduta, non in faccia, ma in su le cantonate per maggior
difficultà. Cercò più degli altri maestri di fare gli ignudi e gli scorti nelle
figure, poco usati avanti di lui. Fu facilissimo nel far suo, et è, come si è
detto, molto semplice nel panneggiare. È di sua mano una tavola fatta a
tempera, nella quale è una Nostra Donna in grembo a Sant'Anna, col
Figliuolo in collo; la quale tavola è oggi in S. Ambruogio di Firenze nella
capella che è allato alla porta, che va al parlatorio delle monache. Nella
chiesa ancora di San Niccolò di là d'Arno, è nel tramezzo una tavola di
mano di Masaccio dipinta a tempera, nella quale, oltra la Nostra Donna che
vi è dall'Angelo annunziata, vi è un casamento pieno di colonne, tirato in
prospettiva, molto bello perché, al disegno delle linee che è perfetto, lo
fece di maniera con i colori sfuggire, che a poco a poco abagliatamente si
perde di vista: nel che mostrò assai d'intender la prospettiva.