Page 339 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Santo insino alla morte. Sotto i piedi aveva alcune mitrie da vescovi e
cappelli da cardinali, per dimostrare che, facendosi beffe del mondo, aveva
cotali dignità dispregiate. E sotto a queste pitture era ritratta la città
d'Arezzo nel modo che ella in que' tempi si trovava. Fece similmente Parri
fuor del Duomo, per la Compagnia della Nunziata, in una capelletta o vero
maestà, in fresco la Nostra Donna, che annunziata dall'Angelo, per lo
spavento tutta si torce. E nel cielo della volta, che è a crociere, fece in ogni
angolo due Angeli, che volando in aria e facendo musica con varii
strumenti, pare che s'accordino, e che quasi si senta dolcissima armonia; e
nelle facce sono quattro Santi, cioè due per lato. Ma quello in che mostrò di
avere, variando, espresso il suo concetto, si vede ne' due pilastri che
reggono l'arco dinanzi, dove è l'entrata; perciò che in uno è una Carità
bellissima, che affettuosamente allatta un figliuolo, a un altro fa festa et il
terzo tien per la mano; nell'altro è una Fede con un nuovo modo dipinta,
avendo in una mano il calice e la croce, e nell'altra una tazza d'acqua, la
quale versa sopra il capo d'un putto, faccendolo cristiano. Le quali tutte
figure sono le migliori senza dubbio che mai facesse Parri in tutta la sua
vita, e sono eziandio appresso i moderni maravigliose. Dipinse il medesimo
dentro la città, nella chiesa di S. Agostino dentro al coro de' frati, molte
figure in fresco, che si conoscono alla maniera de' panni et all'essere
lunghe, svelte e torte, come si è detto di sopra. Nella chiesa di San
Giustino dipinse in fresco nel tramezzo un S. Martino a cavallo, che si taglia
un lembo della vesta per darlo a un povero, e due altri Santi. Nel
Vescovado ancora, cioè nella facciata d'un muro, dipinse una Nunziata, che
oggi è mezzo guasta per essere stata molti anni scoperta. Nella Pieve della
medesima città dipinse la capella che è oggi vicina alla stanza dell'Opera,
la quale dall'umidità è stata quasi del tutto rovinata. È stata grande
veramente la disgrazia di questo povero pittore nelle sue opere, poiché
quasi la maggior parte di quelle, o dall'umido o dalle rovine sono state
consumate. In una colonna tonda di detta Pieve dipinse a fresco un S.
Vincenzio, et in S. Francesco fece, per la famiglia de' Viviani, intorno a una
Madonna di mezzo rilievo, alcuni Santi, e sopra nell'arco, gli Apostoli che
ricevono lo Spirito Santo, nella volta alcuni altri Santi, e da un lato Cristo
con la croce in spalla, che versa dal costato sangue nel calice, et intorno a
esso Cristo alcuni Angeli molto ben fatti. Dirimpetto a questa fece per la
Compagnia degli Scarpellini, Muratori e Legnaiuoli nella loro capella de'
quattro Santi incoronati, una Nostra Donna, i detti Santi con gli strumenti
di quelle arti in mano, e di sotto, pure in fresco, due storie de' fatti loro e
quando sono decapitati e gettati in mare. Nella quale opera sono attitudini
e forze bellissime in coloro che si levano que' corpi insaccati sopra le spalle
per portargli al mare, vedendosi in loro prontezza e vivacità. Dipinse