Page 344 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Nella Badia di Firenze dipinse a fresco in un pilastro, dirimpetto a uno di
quegli che reggono l'arco dell'altar maggiore, Santo Ivo di Brettagna,
figurandolo dentro a una nicchia, perché i piedi scortassino alla veduta di
sotto. La qual cosa non essendo sì bene stata usata da altri, gl'acquistò
non piccola lode, e sotto il detto Santo sopra un'altra cornice, gli fece
intorno vedove, pupilli e poveri, che da quel Santo sono nelle loro bisogne
aiutati. In Santa Maria Novella ancora dipinse a fresco sotto il tramezzo
della chiesa una Trinità che è posta sopra l'altar di S. Ignazio, e la Nostra
Donna e S. Giovanni Evangelista, che la mettono in mezzo contemplando
Cristo crucifisso. Dalle bande sono ginocchioni due figure, che per quanto si
può giudicare, sono ritratti di coloro che la feciono dipignere; ma si
scorgono poco, essendo ricoperti da un ornamento messo d'oro. Ma quello
che vi è bellissimo oltre alle figure, è una volta a mezza botte tirata in
prospettiva, e spartita in quadri pieni di rosoni, che diminuiscono e
scortano così bene, che pare che sia bucato quel muro. Dipinse ancora in
Santa Maria Maggiore, a canto alla porta del fianco, la quale va a San
Giovanni, nella tavola d'una capella, una Nostra Donna, Santa Caterina e
San Giuliano. E nella predella fece alcune figure piccole della vita di Santa
Caterina e San Giuliano che ammazza il padre e la madre, e nel mezzo fece
la Natività di Gesù Cristo con quella semplicità e vivezza che era sua
propria nel lavorare. Nella chiesa del Carmine di Pisa, in una tavola che è
dentro a una capella del tramezzo, è una Nostra Donna col Figliuolo, et a'
piedi sono alcuni Angioletti che suonano, uno de' quali sonando un liuto,
porge con attenzione l'orecchio all'armonia di quel suono. Mettono in
mezzo la Nostra Donna, San Piero, San Giovanni Battista, San Giuliano e
San Niccolò, figure tutte molto pronte e vivaci. Sotto, nella predella, sono
di figure piccole storie della vita di que' Santi, e nel mezzo i tre Magi, che
offeriscono a Cristo; et in questa parte sono alcuni cavalli ritratti dal vivo,
tanto belli che non si può meglio desiderare; e gli uomini della corte di que'
tre re sono vestiti di varii abiti, che si usavano in que' tempi. E sopra, per
finimento di detta tavola, sono in più quadri molti Santi intorno a un
Crucifisso. Credesi che la figura d'un Santo in abito di vescovo, che è in
quella chiesa in fresco a lato alla porta che va nel convento, sia di mano di
Masaccio, ma io tengo per fermo ch'ella sia di mano di fra Filippo, suo
discepolo. Tornato da Pisa, lavorò in Fiorenza una tavola, dentrovi un
maschio et una femmina ignudi, quanto il vivo; la quale si truova oggi in
casa Palla Rucellai. Appresso, non sentendosi in Fiorenza a suo modo, e
stimolato dalla affezione et amore dell'arte, deliberò per imparare e
superar gli altri andarsene a Roma, e così fece. E quivi, acquistata fama
grandissima, lavorò al cardinale di San Clemente nella chiesa di San
Clemente una cappella, dove a fresco fece la Passione di Cristo co' ladroni