Page 347 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Vinci, Pietro Perugino, fra' Bartolomeo di San Marco, Mariotto Albertinelli et
il divinissimo Michelagnolo Buonarroti. Raffaello ancora da Urbino di quivi
trasse il principio della bella maniera sua, il Granaccio, Lorenzo di Credi,
Ridolfo del Grillandaio, Andrea del Sarto, il Rosso, il Francia Bigio, Baccio

Bandinelli, Alonso Spagnuolo, Iacopo da Puntormo, Pierino del Vaga e Toto
del Nunziata; et insomma tutti coloro che hanno cercato imparar quella
arte, sono andati a imparar sempre a questa cappella, et apprendere i
precetti e le regole del far bene da le figure di Masaccio. E se io non ho

nominati molti forestieri e molti Fiorentini che sono iti a studiare a detta
cappella, basti che dove corrono i capi dell'arte, quivi ancora concorrono le
membra. Ma con tutto che le cose di Masaccio siano state sempre in
cotanta riputazione, egli è nondimeno opinione, anzi pur credenza ferma di

molti, che egli arebbe fatto ancora molto maggior frutto nell'arte, se la
morte, che di 26 anni ce lo rapì, non ce lo avesse tolto così per tempo. Ma,
o fusse l'invidia o fusse pure che le cose buone comunemente non durano
molto, e' si morì nel bel del fiorire, et andossene sì di subito, che e' non

mancò chi dubitasse in lui di veleno, assai più che d'altro accidente.
Dicesi che sentendo la morte sua, Filippo di Ser Brunellesco disse: "Noi

abbiamo fatto in Masaccio una grandissima perdita", e gli dolse
infinitamente, essendosi affaticato gran pezzo in mostrargli molti termini di
prospettiva e d'architettura. Fu sotterrato nella medesima chiesa del
Carmine l'anno 1443. E se bene allora non gli fu posto sopra il sepolcro

memoria alcuna, per essere stato poco stimato vivo, non gli è però
mancato doppo la morte chi lo abbia onorato di questi epitaffi:


D'ANNIBAL CARO



Pinsi, e la mia pittura al ver fu pari;

l'atteggiai, l'avvivai, le diedi il moto,

le diedi affetto; insegni il Buonarroto

a tutti gli altri, e da me solo impari.


DI FABIO SEGNI



Invida cur Lachesis primo sub flore iuventae

pollice discindis stamina funereo?

Hoc uno occiso innumeros occidis Apelles;
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