Page 351 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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dove era l'ufizio delli ufiziali di monte, tutte quelle stanze e vi fece e porte
e finestre, nella maniera cavata da lo antico, allora non usatasi molto per
essere l'architettura rozzissima in Toscana.
Avendosi poi in Fiorenza a fare per i frati di S. Spirito una statua di S. Maria
Madalena in penitenzia di legname di tiglio per portar in una cappella,
Filippo, che aveva fatto molte cosette piccole di scoltura, desideroso
mostrare che ancora nelle cose grandi era per riuscire, prese a far detta
figura; la qual finita e messa in opera fu tenuta cosa molto bella; ma
nell'incendio poi di quel tempio, l'anno 1471, abruciò insieme con molte
altre cose notabili. Attese molto alla prospettiva, allora molto in male uso
per molte falsità che vi si facevano; nella quale perse molto tempo, perfino
che egli trovò da sé un modo che ella potesse venir giusta e perfetta, che
fu il levarla con la pianta e proffilo e per via della intersegazione, cosa
veramente ingegnosissima et utile all'arte del disegno. Di questa prese
tanta vaghezza, che di sua mano ritrasse la piazza di S. Giovanni, con tutti
quegli spartimenti della incrostatura murati di marmi neri e bianchi, che
diminuivano con una grazia singulare, e similmente fece la casa della
Misericordia, con le botteghe de' cialdonai e la volta de' Pecori e dall'altra
banda la colonna di S. Zanobi. La qual opera essendoli lodata dalli artefici
e da chi aveva giudizio in quell'arte, gli diede tanto animo che non sté
molto che egli mise mano a una altra; e ritrasse il palazzo, la piazza e la
loggia de' Signori, insieme col tetto de' Pisani e tutto quel che intorno si
vede murato. Le quali opere furon cagione di destare l'animo agli altri
artefici, che vi atteseno dipoi con grande studio. Egli particularmente la
insegnò a Masaccio, pittore allor giovane, molto suo amico, il quale gli fece
onore in quello che gli mostrò, come appare negli edifizii dell'opere sue; né
restò ancora di mostrare a quelli che lavoravono le tarsie - che è un'arte di
commettere legni di colori - e tanto gli stimolò, ch'e' fu cagione di buono
uso e [di] molte cose utili che si fece di quel magisterio et allora e poi [di]
molte cose eccellenti che hanno recato e fama et utile a Fiorenza per molti
anni. Tornando poi da studio Messer Paulo dal Pozzo Toscanelli et una sera
trovandosi in uno orto a cena con certi suoi amici, invitò Filippo; il quale,
uditolo ragionare de l'arti matematiche, prese tal familiarità con seco, che
egli imparò la geometria da lui. E se bene Filippo non aveva lettere, gli
rendeva sì ragione di tutte le cose, con il naturale della pratica e sperienza,
che molte volte lo confondeva. E così seguitando, dava opera alle cose
della Scrittura cristiana, non restando di intervenire alle dispute et alle
prediche delle persone dotte, delle quali faceva tanto capitale per la
mirabil memoria sua, che Messer Paulo predetto, celebrandolo usava dire
che nel sentir arguir Filippo gli pareva un nuovo Santo Paulo. Diede ancora
molta opera in questo tempo alle cose di Dante, le quali furon da lui bene