Page 349 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI FILIPPO BRUNELLESCHI SCULTORE ET ARCHITETTO
Molti sono creati dalla natura piccoli di persona e di fattezze, che hanno
l'animo pieno di tanta grandezza et il cuore di sì smisurata terribilità, che
se non cominciano cose difficili e quasi impossibili, e quelle non rendono
finite con maraviglia di chi le vede, mai non dànno requie alla vita loro. E
tante cose, quante l'occasione mette nelle mani di questi, per vili e basse
che elle si siano, le fanno essi divenire in pregio et altezza. Laonde mai
non si doverebbe torcere il muso, quando s'incontra in persone che in
aspetto non hanno quella prima grazia o venustà, che dovrebbe dare la
natura nel venire al mondo a chi opera in qualche virtù, perché non è
dubbio che sotto le zolle della terra si ascondono le vene dell'oro. E molte
volte nasce in questi che sono di sparutissime forme, tanta generosità
d'animo e tanta sincerità di cuore che, sendo mescolata la nobiltà con
esse, non può sperarsi da loro se non grandissime maraviglie; perciò che e'
si sforzano di abbellire la bruttezza del corpo con la virtù dell'ingegno,
come apertamente si vide in Filippo di Ser Brunellesco, sparuto de la
persona non meno che Messer Forese da Rabatta e Giotto; ma di ingegno
tanto elevato che ben si può dire che e' ci fu donato dal cielo per dar nuova
forma alla architettura, già per centinaia d'anni smarrita; nella quale
gl'uomini di quel tempo in mala parte molti tesori avevano spesi, facendo
fabriche senza ordine, con mal modo, con tristo disegno, con stranissime
invenzioni, con disgraziatissima grazia e con peggior ornamento. E volle il
cielo, essendo stata la terra tanti anni senza uno animo egregio et uno
spirito divino, che Filippo lasciassi al mondo di sé la maggiore, la più alta
fabrica e la più bella di tutte l'altre fatte nel tempo de' moderni et ancora
in quello degli antichi, mostrando che il valore negli artefici toscani, ancora
che perduto fusse, non perciò era morto. Adornollo altresì di ottime virtù,
fra le quali ebbe quella dell'amicizia, sì che non fu mai alcuno più benigno
né più amorevole di lui. Nel giudicio era netto di passione; e dove e'
vedeva il valore degli altrui meriti, deponeva l'util suo e l'interesso degli
amici. Conobbe se stesso, et il grado della sua virtù comunicò a molti, et il
prossimo nelle necessità sempre sovvenne; dichiarossi nimico capitale de'
vizii et amatore di coloro che si essercitavono nelle virtù. Non spese mai il
tempo invano, che o per sé o per l'opere d'altri, nelle altrui necessità non
s'affaticasse e caminando gli amici visitasse e sempre sovvenisse.
Dicesi che in Fiorenza fu uno uomo di bonissima fama e di molti lodevoli
costumi e fattivo nelle faccende sue, il cui nome era Ser Brunelesco di
Lippo Lapi, il quale aveva auto l'avolo suo chiamato Cambio, che fu