Page 399 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 399
quale si serbano l'argenterie della Nunziata; et in tutti questi ornamenti e
per tutto, è l'arme e l'impresa de' Medici. Fuor della capella della Nunziata
e dirimpetto a quella, fece il medesimo un luminario grande di bronzo alto
braccia cinque, et all'entrar di chiesa la pila dell'acqua benedetta, di
marmo, e nel mezzo un San Giovanni, che è cosa bellissima. Fece anco
sopra il banco, dove i frati vendono le candele, una mezza Nostra Donna di
marmo di mezzo rilievo, col Figliuolo in braccio e grande quanto il naturale,
molto divota. Et un'altra simile nell'Opera di Santa Maria del Fiore, dove
stanno gl'Operai.
Lavorò anco Pagno a San Miniato al Todesco alcune figure in compagnia di
Donato suo maestro, essendo giovane; et in Lucca nella chiesa di S.
Martino fece una sepoltura di marmo, dirimpetto alla capella del
Sagramento, per Messer Piero Nocera che v'è ritratto di naturale. Scrive nel
vigesimoquinto libro della sua opera il Filareto, che Francesco Sforza, duca
quarto di Milano, donò al Magnifico Cosimo de' Medici un bellissimo palazzo
in Milano e che egli per mostrare a quel Duca quanto gli fusse grato sì fatto
dono, non solo l'adornò riccamente di marmi e di legnami intagliati, ma lo
fece maggiore, con ordine di Michelozzo, che non era, braccia ottantasette
e mezzo; dove prima era braccia 84 solamente. Et oltre ciò vi fece
dipignere molte cose; e particolarmente in una loggia, le storie della vita di
Traiano imperatore, nelle quali fece fare in alcuni ornamenti il ritratto
d'esso Francesco Sforza, la signora Bianca sua consorte e duchessa, et i
figliuoli loro parimente, con molti altri signori e grandi uomini. E similmente
il ritratto d'otto imperatori, a' quali ritratti aggiunse Michelozzo quello di
Cosimo, fatto di sua mano. E per tutte le stanze accomodò in diversi modi
l'arme di Cosimo, e la sua impresa del falcone e diamante. E le dette
pitture furono tutte di mano di Vincenzio di Zoppa pittore in quel tempo, et
in quel paese di non piccola stima.
Si trova che i danari che spese Cosimo nella restaurazione di questo
palazzo, furono pagati da Pigello Portinari cittadin fiorentino, il qual allora
in Milano governava il banco e la ragione di Cosimo, et abitava in detto
palazzo. Sono in Genova di mano di Michelozzo alcune opere di marmo e di
bronzo, et in altri luoghi molte altre che si conoscon alla maniera, ma basti
aver detto insin qui di lui, il quale si morì d'anni sessantaotto e fu nella sua
sepoltura sotterrato in San Marco di Firenze. Il suo ritratto è di mano di fra'
Giovanni nella sagrestia di Santa Trinità, nella figura d'un Nicodemo
vecchio con un capuccio in capo, che scende Cristo di croce.
FINE DELLA VITA DI MICHELOZZO SCULTORE ET ARCHITETTO