Page 402 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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storiata di figure di sua mano. E come che alcuna cosa buona in essa si
ritruovi, è nondimeno per lo più ridicola e tanto sciocca, che per avventura
è nulla più. Fu dedicata da lui l'anno 1464 al Magnifico Piero di Cosimo de'
Medici, et oggi è fra le cose dell'illustrissimo signor duca Cosimo. E nel vero
se, poi che si mise a tanta fatica, avesse almeno fatto memoria de' maestri
de' tempi suoi e dell'opere loro, si potrebbe in qualche parte comendare;
ma non vi se ne trovano se non poche, e quelle sparse senza ordine per
tutta l'opera; e dove meno bisognava ha durato fatica, come si dice, per
impoverire e per esser tenuto di poco giudizio in mettersi a far quello che
non sapeva.
Ma avendo detto pur assai del Filarete, è tempo oggimai che io torni a
Simone fratello di Donato, il quale, dopo l'opera della porta, fece di bronzo
la sepoltura di papa Martino. Similmente fece alcuni getti che andarono in
Francia e molti che non si sa dove siano. Nella chiesa degl'Ermini al Canto
alla Macine di Firenze fece un Crucifisso da portare a processione grande
quanto il vivo; e perché fusse più leggero lo fece di sughero. In S. Felicita
fece una Santa Maria Maddalena in penitenza, di terra, alta braccia tre e
mezzo con bella proporzione e con scoprire i muscoli di sorte, che mostrò
d'intender molto bene la notomia. Lavorò ne' Servi ancora per la
Compagnia della Nunziata, una lapida di marmo da sepoltura,
commettendovi dentro una figura di marmo bigio e bianco a guisa di
pittura, sì come di sopra si disse aver fatto nel Duomo di Siena Duccio
Sanese, che fu molto lodata; a Prato il graticolato di bronzo della cappella
della Cintola. A Furlì fece sopra la porta della calonaca, di basso rilievo,
una Nostra Donna con due Angeli; e per Messer Giovanni da Riolo fece in
San Francesco la capella della Trinità di mezzo rilievo. Et a Rimini fece, per
Sigismondo Malatesti, nella chiesa di S. Francesco, la capella di S.
Sigismondo, nella quale sono intagliati di marmo molti elefanti, impresa di
quel signore. A Messer Bartolomeo Scamisci, canonico della Pieve d'Arezzo,
mandò una Nostra Donna col Figliuolo in braccio, di terra cotta, e certi
Angeli di mezzo rilievo, molto ben condotti; la quale è oggi in detta pieve
apoggiata a una colonna. Per lo battesimo similmente al Vescovado
d'Arezzo, lavorò, in alcune storie di basso rilievo, un Cristo battezzato da S.
Giovanni. In Fiorenza fece di marmo la sepoltura di Messer Orlando de'
Medici nella chiesa della Nunziata. Finalmente, d'anni 55, rendé l'anima al
Signore, che gliela aveva data. Né molto dopo il Filarete, essendo tornato a
Roma, si morì d'anni sessantanove, e fu sepolto nella Minerva, dove a
Giovanni Foccota, assai lodato pittore, aveva fatto ritrarre papa Eugenio,
mentre al suo servizio in Roma dimorava. Il ritratto d'Antonio è di sua
mano nel principio del suo libro dove insegna a edificare. Furono suoi
discepoli Varrone e Niccolò fiorentini, che feciono vicino a ponte Molle la