Page 407 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI PIERO DELLA FRANCESCA PITTORE DAL BORGO A SAN
SEPOLCRO
Infelici sono veramente coloro, che affaticandosi negli studii per giovare
altrui e per lasciare di sé fama, non sono lasciati o dall'infirmità o dalla
morte alcuna volta condurre a perfezzione l'opere che hanno cominciato; e
bene spesso avviene che lasciandole o poco meno che finite o a buon
termine, sono usurpate dalla presonzione di coloro che cercano di ricoprire
la loro pelle d'asino con le onorate spoglie del leone. E se bene il tempo, il
quale si dice padre della verità o tardi o per tempo manifesta il vero, non è
però che per qualche spazio di tempo non sia defraudato dell'onor che si
deve alle sue fatiche colui che ha operato; come avvenne a Piero della
Francesca dal Borgo a S. Sepolcro. Il quale, essendo stato tenuto maestro
raro nelle difficoltà de' corpi regolari e nell'aritmetica e geometria, non
potette, sopragiunto nella vecchiezza dalla cecità corporale e dalla fine
della vita, mandare in luce le virtuose fatiche sue et i molti libri scritti da
lui, i quali nel Borgo, sua patria, ancora si conservano. Se bene colui che
doveva con tutte le forze ingegnarsi di accrescergli gloria e nome, per aver
appreso da lui tutto quello che sapeva, come empio e maligno cercò
d'annullare il nome di Piero suo precettore, et usurpar quello onore, che a
colui solo si doveva, per sé stesso, publicando sotto suo nome proprio, cioè
di fra' Luca dal Borgo, tutte le fatiche di quel buon vecchio, il quale, oltre le
scienze dette di sopra, fu eccellente nella pittura.
Nacque costui nel Borgo a San Sepolcro, che oggi è città, ma non già
allora, e chiamossi dal nome della madre, Della Francesca, per essere ella
restata gravida di lui quando il padre e suo marito morì; e per essere da lei
stato allevato et aiutato a pervenire al grado che la sua buona sorte gli
dava. Attese Pietro nella sua giovenezza alle matematiche; et ancora che
d'anni quindici fusse indiritto a essere pittore, non si ritrasse però mai da
quelle; anzi facendo maraviglioso frutto et in quelle e nella pittura, fu
adoperato da Guidobaldo Feltro, duca vecchio d'Urbino, al quale fece molti
quadri di figure piccole, bellissimi, che sono andati in gran parte male, in
più volte che quello stato è stato travagliato dalle guerre. Vi si
conservarono nondimeno alcuni suoi scritti di cose di geometria e di
prospettive, nelle quali non fu inferiore a niuno de' tempi suoi, né forse che
sia stato in altri tempi già mai, come ne dimostrano tutte l'opere sue piene
di prospettive, e particularmente un vaso in modo tirato a quadri e faccie,
che si vede dinanzi, di dietro e dagli lati, il fondo e la bocca; il che è certo
cosa stupenda, avendo in quello sottilmente tirato ogni minuzia, e fatto