Page 411 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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cardinal Piccolomini, che fu poi papa Pio Terzo, concede a quel luogo un
perdono. Nella quale storia ritrasse Lorentino, di naturale e ginocchioni,
Tommaso Marzi, Piero Traditi, Donato Rosselli e Giuliano Nardi, tutti
cittadini aretini et Operai di quel luogo. Fece ancora nella sala del palazzo
de' Priori, ritratto di naturale, Galeotto cardinale da Pietra Mala, il vescovo
Guglielmino degl'Ubertini, Messer Angelo Albergotti dottor di legge, e molte
altre opere che sono sparse per quella città. Dicesi che, essendo vicino a
carnovale, i figliuoli di Laurentino lo pregavano che amazzasse il porco, sì
come si costuma in quel paese; e che non avendo egli il modo di
comprarlo, gli dicevano: "Non avendo danari, come farete babbo, a
comperare il porco?". A che rispondeva Lorentino: "Qualche Santo ci
aiuterà". Ma avendo ciò detto più volte e non comparendo il porco,
n'avevano, passando la stagione, perduta la speranza quando finalmente
gli capitò alle mani un contadino dalla Pieve a Quarto, che per sodisfare un
voto voleva far dipignere un S. Martino, ma non aveva altro assegnamento
per pagare la pittura che un porco che valeva cinque lire. Trovando costui
Lorentino gli disse che voleva fare il S. Martino, ma che non aveva altro
assegnamento che il porco. Convenutisi dunque, Lorentino gli fece il santo,
et il contadino a lui menò il porco. E così il Santo provide il porco ai poveri
figlioli di questo pittore.
Fu suo discepolo ancora, Pietro da Castel della Pieve, che fece un arco
sopra Santo Agostino; et alle monache di S. Caterina d'Arezzo un S. Urbano
oggi ito per terra per rifare la chiesa. Similmente fu suo creato Luca
Signorelli da Cortona, il quale gli fece, più che tutti gl'altri, onore; Piero
Borghese, le cui pitture furono intorno agl'anni 1458, d'anni sessanta per
un cattarro accecò, e così visse insino all'anno 86 della sua vita. Lasciò nel
Borgo bonissime facultà et alcune case che egli stesso si aveva edificate, le
quali per le parti furono arse e rovinate l'anno 1536. Fu sepolto nella chiesa
maggiore, che già fu dell'Ordine di Camaldoli et oggi è Vescovado,
onoratamente da' suoi cittadini. I libri di Pietro sono, per la maggior parte,
nella libreria del Secondo Federigo duca d'Urbino, e sono tali che
meritamente gli hanno acquistato nome del miglior geometra che fusse ne'
tempi suoi.
FINE DELLA VITA DI PIERO DELLA FRANCESCA