Page 413 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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sono stati capi e fondatori di religioni, mesti e piangenti a' piè della croce,
e dall'altro un S. Marco Evangelista intorno alla Madre del Figliuol di Dio,
venutasi meno nel vedere il Salvatore del mondo crucifisso, intorno alla
quale sono le Marie, che tutte dolenti la sostengono, e S. Cosimo e

Damiano. Dicesi che nella figura del S. Cosimo fra' Giovanni ritrasse di
naturale Nanni d'Antonio di Banco, scultore et amico suo. Di sotto a questa
opera fece in un fregio, sopra la spalliera, un albero che ha San Domenico
a' piedi; et in certi tondi, che circondano i rami, tutti i papi, cardinali,

vescovi, Santi e maestri di teologia, che aveva avuto insino allora la
religione sua de' frati predicatori. Nella quale opera, aiutandolo i frati, con
mandare per essi in diversi luoghi, fece molti ritratti di naturale, che furono
questi: S. Domenico in mezzo, che tiene i rami dell'albero, papa Innocenzio

Quinto franzese, il beato Ugone, primo cardinale di quell'Ordine, il beato
Paulo Fiorentino patriarca, S. Antonino arcivescovo fiorentino, il beato
Giordano tedesco, secondo Generale di quell'Ordine, il beato Niccolò, il
beato Remigio fiorentino, Boninsegno fiorentino martire; e tutti questi sono

a man destra; a sinistra poi: Benedetto II trivisano, Giandomenico
cardinale fiorentino, Pietro da Palude, patriarca ierosolimitano, Alberto
Magno todesco, il beato Raimondo di Catelogna, terzo Generale
dell'Ordine, il beato Chiaro Fiorentino provinciale romano, S. Vincenzio di

Valenza, et il beato Bernardo Fiorentino; le quali tutte teste sono
veramente graziose e molto belle. Fece poi nel primo chiostro, sopra certi
mezzi tondi, molte figure a fresco bellissime, et un Crucifisso con S.
Domenico a' piedi, molto lodato; e nel dormentorio, oltre molte altre cose

per le celle e nella facciata de' muri, una storia del Testamento Nuovo,
bella quanto più non si può dire. Ma particolarmente è bella a maraviglia la
tavola dell'altar maggiore di quella chiesa, perché oltre che la Madonna
muove a divozione chi la guarda, per la semplicità sua, e che i Santi che le

sono intorno sono simili a lei, la predella nella quale sono storie del
martirio di S. Cosimo e Damiano e degl'altri, è tanto ben fatta che non è
possibile imaginarsi di poter veder mai cosa fatta con più diligenza, né le
più delicate o meglio intese figurine di quelle. Dipinse similmente a S.

Domenico di Fiesole, la tavola dell'altar maggiore, la quale, perché forse
pareva che si guastasse, è stata ritocca da altri maestri e peggiorata. Ma la
predella et il ciborio del Sacramento sonosi meglio mantenuti; et infinite
figurine, che in una gloria celeste vi si veggiono, sono tanto belle che

paiono veramente di paradiso, né può, chi vi si accosta, saziarsi di vederle.
In una capella della medesima chiesa, è di sua mano, in una tavola, la
Nostra Dama anunziata dall'angelo Gabriello, con un profilo di viso tanto
devoto, delicato e ben fatto, che par veramente non da un uomo, ma fatto

in Paradiso; e nel campo del paese è Adamo et Eva, che furono cagione
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