Page 410 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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opera da Luigi Bacci, il quale insieme con Carlo et altri suoi fratelli e molti
Aretini che fiorivano allora nelle lettere quivi intorno alla decolazione d'un
re ritrasse, essere largamente premiato e di essere, sì come fu poi, sempre
amato e reverito in quella città, la quale aveva l'opere sue tanto illustrata.
Fece anco nel Vescovado di detta città una S. Maria Madalena a fresco,
allato alla porta della sagrestia; e nella Compagnia della Nunziata fece il
segno da portare a processione; a S. Maria delle Grazie fuor della terra, in
testa d'un chiostro, in una sedia tirata in prospettiva, un S. Donato in
pontificale con certi putti; et in S. Bernardo, ai monaci di Monte Oliveto, un
S. Vincenzio in una nicchia alta nel muro, che è molto dagl'artefici stimato.
A Sargiano, luogo de' frati Zoccolanti di S. Francesco, fuor d'Arezzo, dipinse
in una cappella un Cristo che di notte òra nell'orto, bellissimo. Lavorò
ancora in Perugia molte cose che in quella città si veggiono: come nella
chiesa delle donne di S. Antonio da Padoa, in una tavola a tempera, una
Nostra Donna col Figliuolo in grembo, San Francesco, S. Lisabetta, S.
Giovanbattista e S. Antonio da Padoa; e di sopra una Nunziata bellissima,
con un Angelo che par proprio che venga dal cielo, e, che è più, una
prospettiva di colonne che diminuiscono, bella affatto. Nella predella, in
istorie di figure piccole, è S. Antonio che risuscita un putto; S. Lisabetta che
salva un fanciullo cascato in un pozzo e S. Francesco che riceve le stìmate.
In S. Ciriaco d'Ancona, all'altare di S. Giuseppo, dipinse in una storia
bellissima lo sposalizio di Nostra Donna.
Fu Piero, come si è detto, studiosissimo dell'arte e si esercitò assai nella
prospettiva, et ebbe bonissima cognizione d'Euclide in tanto che tutti i
miglior giri tirati ne' corpi regolari, egli meglio che altro geometra intese, et
i maggior lumi che di tal cosa ci siano, sono di sua mano; per che Maestro
Luca dal Borgo, frate di S. Francesco che scrisse de' corpi regolari di
geometria, fu suo discepolo. E venuto Piero in vecchiezza et a morte doppo
aver scritto molti libri, maestro Luca detto, usurpandogli per se stesso, gli
fece stampare come suoi, essendogli pervenuti quelli alle mani, dopo la
morte del maestro.
Usò assai Piero di far modelli di terra et a quelli metter sopra panni molli
con infinità di pieghe, per ritrarli e servirsene. Fu discepolo di Piero,
Lorentino d'Angelo aretino, il quale, imitando la sua maniera, fece in
Arezzo molte pitture e diede fine a quelle che Piero lasciò, sopravenendoli
la morte, imperfette. Fece Lorentino in fresco, vicino al S. Donato che Piero
lavorò nella Madonna delle Grazie, alcune storie di S. Donato, et in molti
altri luoghi di quella città e similmente del contado, moltissime cose e
perché non si stava mai, e per aiutare la sua famiglia che in que' tempi era
molto povera. Dipinse il medesimo nella detta chiesa delle Grazie una
storia, dove papa Sisto Quarto, in mezzo al cardinal di Mantoa et al