Page 424 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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dietro per appoggiarsi al detto muro, che secondo l'andare della tribuna
gira in contrario; onde quando i detti archi delle cappelle si guardano dagli
lati par che caschino indietro e che abbiano, come hanno invero, disgrazia,
se bene la misura è retta et il modo di fare difficile. E invero se
Leonbattista avesse fuggito questo modo, sarebbe stato meglio; perché, se
bene è malagevole a condursi, ha disgrazia nelle cose piccole e grandi e
non può riuscir bene. E che ciò sia vero nelle cose grandi, l'arco
grandissimo dinanzi che dà l'entrata alla detta tribuna, dalla parte di fuori è
bellissimo, e di dentro, perché bisogna che giri secondo la cappella che è
tonda, pare che caschi all'indietro e che abbia estrema disgrazia. Il che
forse non arebbe fatto Leonbattista, se con la scienza e teorica, avesse
avuto la pratica e la sperienza nell'operare; perché un altro arebbe fuggito
quella difficultà e cercato più tosto la grazia e maggior bellezza
dell'edifizio. Tutta questa opera in sé, per altro, è bellissima, capricciosa e
difficile, e non ebbe Leonbattista se non grande animo a voltare in quei
tempi quella tribuna nella maniera che fece.
Dal medesimo Lodovico marchese condotto poi Leonbattista a Mantoa,
fece per lui il modello della chiesa di S. Andrea, e d'alcune altre cose; e per
la via d'andare da Mantoa a Padoa, si veggiono alcuni tempii fatti secondo
la maniera di costui. Fu esecutore de' disegni e modelli di Leonbattista,
Salvestro Fancelli fiorentino, architetto e scultore ragionevole, il quale
condusse secondo il volere di detto Leonbattista tutte l'opere che fece fare
in Firenze, con giudizio e diligenza straordinaria. E in quelli di Mantoa un
Luca fiorentino, che abitando poi sempre in quella città e morendovi lasciò
il nome, secondo il Filareto, alla famiglia de' Luchi, che vi è ancor oggi.
Onde fu non piccola ventura la sua aver amici che intendesseno, sapessino
e volessino servire; perciò che non potendo gl'architetti star sempre in sul
lavoro, è loro di grandissimo aiuto un fedele et amorevole essecutore, e se
niuno mai lo seppe, lo so io benissimo per lunga pruova.
Nella pittura non fece Leonbattista opere grandi né molto belle, conciò sia
che quelle che si veggiono di sua mano, che sono pochissime, non hanno
molta perfezzione; né è gran fatto, perché egli attese più agli studi che al
disegno; pur mostrava assai bene, disegnando, il suo concetto, come si
può vedere in alcune carte di sua mano che sono nel nostro libro; nelle
quali è disegnato il ponte Sant'Agnolo et il coperto che col disegno suo vi fu
fatto a uso di loggia, per difesa del sole ne' tempi di stati, e delle piogge e
de' venti l'inverno; la quale opera gli fece far papa Nicola Quinto, che
aveva disegnato farne molte altre simili per tutta Roma, ma la morte vi
s'interpose. Fu opera di Leonbattista quella che è in Fiorenza su la coscia
del ponte alla Carraia in una piccola cappelletta di Nostra Donna, cioè uno
scabello d'altare, dentrovi tre storiette con alcune prospettive, che da lui