Page 438 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI VELLANO DA PADOVA SCULTORE



Tanto grande è la forza del contraffare con amore e studio alcuna cosa,
che il più delle volte essendo bene imitata la maniera d'una di queste
nostre arti da coloro che nell'opere di qualcuno si compiacciono, sì

fattamente somiglia la cosa che imita quella che è imitata, che non si
discerne, se non da chi ha più che buon occhio, alcuna differenza. E rade
volte avviene che un discepolo amorevole non apprenda almeno in gran

parte la maniera del suo maestro. Vellano da Padova s'ingegnò con tanto
studio di contrafare la maniera et il fare di Donato nella scultura, e
massimamente ne' bronzi, che rimase in Padova sua patria, erede della
virtù di Donatello fiorentino, come ne dimostrano l'opere sue nel Santo
dalle quali pensando quasi ognuno, che non ha di ciò cognizione intera,

ch'elle siano di Donato, se non sono avvertiti restano tutto giorno
ingannati. Costui dunque, infiammato dalle molte lodi che sentiva dare a
Donato scultore fiorentino che allora lavorava in Padova, e dal disiderio

dell'utile che mediante l'eccellenza dell'opere viene in mano de' buoni
artefici, si acconciò con esso Donato per imparar la scultura, e vi attese di
maniera che con l'aiuto di tanto maestro conseguì finalmente l'intento suo;
onde prima che Donatello partisse di Padova finite l'opere sue, aveva tanto
acquisto fatto nell'arte che già era in buona aspettazione, e di tanta

speranza appresso al maestro che meritò che da lui gli fussero lasciate
tutte le masserizie, i disegni e i modelli delle storie, che si avevano a fare
di bronzo intorno al coro del Santo in quella città. La qual cosa fu cagione

che partito Donato, come si è detto, fu tutta quell'opera publicamente
allogata al Vellano nella patria, con suo molto onore. Egli dunque fece
tutte le storie di bronzo che sono nel coro del Santo dalla banda di fuori;
dove fra l'altre è la storia quando Sansone, abbracciata la colonna, rovina il
tempio de' Filistei, dove si vede con ordine venir giù i pezzi delle rovine, e

la morte di tanto popolo, et inoltre la diversità di molte attitudini in coloro
che muoiono, chi per la rovina e chi per la paura; il che maravigliosamente
espresse Vellano. Nel medesimo luogo sono alcune cere et i modelli di

queste cose, e così alcuni candelieri di bronzo lavorati dal medesimo con
molto giudizio et invenzione. E per quanto si vede, ebbe questo artefice
estremo disiderio d'arivare al segno di Donatello; ma non vi arrivò, perché
si pose colui troppo alto in un'arte difficilissima. E perché Vellano si dilettò
anco dell'architettura e fu più che ragionevole in quella professione, andato

a Roma al tempo di papa Paulo viniziano l'anno 1464, per il quale Pontefice
era architettore nelle fabriche del Vaticano Giuliano da Maiano, fu anch'egli
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