Page 439 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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adoperato a molte cose; e fra l'altre opere che vi fece sono di sua mano
l'arme che vi si veggiono di quel Pontefice, col nome appresso. Lavorò
ancora al palazzo di S. Marco molti degl'ornamenti di quella fabrica per lo
medesimo Papa, la testa del quale è di mano di Vellano a sommo le scale.

Disegnò il medesimo per quel luogo un cortile stupendo, con una salita di
scale commode e piacevoli, ma ogni cosa, sopravenendo la morte del
Pontefice, rimase imperfetta. Nel qual tempo che stette in Roma, il Vellano
fece per il detto Papa e per altri, molte cose piccole di marmo e di bronzo,

ma non l'ho potute rinvenire. Fece il medesimo in Perugia una statua di
bronzo maggior che il vivo, nella quale figurò di naturale il detto Papa a
sedere in pontificale, e da piè vi mise il nome suo e l'anno ch'ella fu fatta.
La qual figura posa in una nicchia di più sorte pietre, lavorate con molta

diligenza fuor della porta di S. Lorenzo, che è il Duomo di quella città. Fece
il medesimo molte medaglie, delle quali ancora si veggiono alcune e
particolarmente quella di quel Papa e quelle d'Antonio Rosello aretino e di
Battista Platina, ambi di quello segretarii.

Tornato dopo queste cose Vellano a Padoa con bonissimo nome, era in
pregio non solo nella propria patria, ma in tutta la Lombardia e Marca

Trivisana; sì perché non erano insino allora stati in quelle parti artefici
eccellenti, sì perché aveva bonissima pratica nel fondere i metalli. Dopo,
essendo già vecchio Vellano, deliberando la Signoria di Vinegia che si
facesse di bronzo la statua di Bartolomeo da Bergamo a cavallo, allogò il

cavallo ad Andrea del Verrocchio fiorentino e la figura a Vellano. La qual
cosa udendo, Andrea, che pensava che a lui toccasse tutta l'opera, venne
in tanta collera, conoscendosi, come era in vero, altro maestro che Vellano
non era, che, fracassato e rotto tutto il modello che già aveva finito del

cavallo, se ne venne a Firenze. Ma poi, essendo richiamato dalla Signoria
che gli diede a fare tutta l'opera, di nuovo tornò a finirla. Della qual cosa
prese Vellano tanto dispiacere, che partito di Vinegia senza far motto o
risentirsi di ciò in niuna maniera, se ne tornò a Padoa, dove poi visse il

rimanente della sua vita onoratamente, contentandosi dell'opere che aveva
fatto, e di essere, come fu sempre, nella sua patria amato et onorato. Morì
d'età d'anni 92, e fu sotterrato nel Santo con quell'onore che la sua virtù,
avendo sé e la patria onorato, meritava. Il suo ritratto mi fu mandato da

Padoa da alcuni amici miei che l'ebbono, per quanto mi avisarono, dal
dottissimo e reverendissimo cardinal Bembo, che fu tanto amatore delle
nostre arti, quanto in tutte le più rare virtù e doti d'animo e di corpo, fu
sopra tutti gl'altri uomini dell'età nostra eccellentissimo.



FINE DELLA VITA DI VELLANO DA PADOA SCULTORE
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