Page 444 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Lucrezia da le monache e la menò via il giorno appunto ch'ella andava a
vedere mostrar la cintola di Nostra Donna, onorata reliquia di quel castello.
Di che le monache molto per tal caso furono svergognate, e Francesco suo
padre non fu mai più allegro e fece ogni opera per riaverla, ma ella o per

paura o per altra cagione, non volle mai ritornare, anzi starsi con Filippo il
quale n'ebbe un figliuol maschio, che fu chiamato Filippo egli ancora, e fu
poi, come il padre, molto eccellente e famoso pittore. In S. Domenico di
detto Prato sono due tavole, et una Nostra Donna nella chiesa di S.

Francesco nel tramezzo, il quale levandosi di dove prima era, per non
guastarla, tagliarono il muro dove era dipinto, et allacciatolo con legni
attorno lo trasportarono in una parete della chiesa dove si vede ancora
oggi. E nel Ceppo di Francesco di Marco, sopra un pozzo in un cortile, è una

tavoletta di man del medesimo col ritratto di detto Francesco di Marco,
autore e fondatore di quella casa pia. E nella pieve di detto castello fece in
una tavolina sopra la porta del fianco, salendo le scale, la morte di S.
Bernardo, che rende la sanità, toccando la bara, a molti storpiati; dove

sono frati che piangono il loro morto maestro, ch'è cosa mirabile a vedere
le belle arie di teste, nella mestizia del pianto con arteficio e naturale
similitudine contrafatte. Sonvi alcuni panni di cocolle di frati che hanno
bellissime pieghe e meritano infinite lodi, per lo buon disegno, colorito,

componimento e per la grazia e proporzione, che in detta opra si vede,
condotta dalla delicatissima mano di fra' Filippo. Gli fu allogato dagli Operai
della detta pieve per avere memoria di lui, la cappella dello altar maggiore
di detto luogo, dove mostrò tanto del valor suo in questa opera ch'oltra la

bontà e l'arteficio di essa, vi sono panni e teste mirabilissime. Fece in
questo lavoro le figure maggiori del vivo, dove introdusse poi negli altri
artefici moderni il modo di dar grandezza, alla maniera d'oggi. Sonvi alcune
figure con abbigliamenti in quel tempo poco usati, dove cominciò a destare

gli animi delle genti a uscire di quella semplicità che più tosto vecchia che
antica si può nominare. In questo lavoro sono le storie di S. Stefano, titolo
di detta pieve, partite nella faccia della banda destra, cioè la disputazione,
lapidazione e morte di detto protomartire; nella faccia del quale disputante

contra i Giudei dimostrò tanto zelo e tanto fervore, che egli è cosa difficile
ad imaginarlo nonché ad esprimerlo, e nei volti e nelle varie attitudini di
essi Giudei l'odio, lo sdegno e la collera del vedersi vinto da lui; sì come più
apertamente ancora fece apparire la bestialità e la rabbia in coloro che

l'uccidono con le pietre, avendole afferrate chi grandi e chi piccole, con uno
strignere di denti orribile, e con gesti tutti crudeli e rabbiosi. E
nientedimeno, infra sì terribile assalto, S. Stefano sicurissimo e col viso
levato al cielo, si dimostra con grandissima carità e fervore supplicare a

l'Eterno Padre, per quegli stessi che lo uccidono. Considerazioni certo
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