Page 445 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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bellissime e da far conoscere altrui quanto vaglia la invenzione et il saper
esprimer gl'affetti nelle pitture. Il che sì bene osservò costui, che in coloro
che sotterrano S. Stefano fece attitudini sì dolenti et alcune teste sì afflitte
e dirotte nel pianto, che non è a pena possibile di guardarle senza

commuoversi. Da l'altra banda fece la natività, la predica, il battesimo, la
cena d'Erode, e la decollazione di S. Giovanni Batista, dove nella faccia di
lui predicante, si conosce il divino spirito, e nelle turbe che ascoltano, i
diversi movimenti e l'allegrezza e l'afflizione, così nelle donne come negli

uomini, astratti e sospesi tutti negli ammaestramenti di S. Giovanni. Nel
battesimo si riconosce la bellezza e la bontà; e nella cena di Erode, la
maestà del convito, la destrezza di Erodiana, lo stupore de' convitati e lo
attristamento fuori di maniera nel presentarsi la testa tagliata dentro al

bacino. Veggonsi intorno al convito infinite figure con molto belle attitudini
e ben condotte, e di panni e di arie di visi, tra i quali ritrasse allo specchio
se stesso vestito di nero in abito da prelato, et il suo discepolo fra'
Diamante dove si piange S. Stefano. Et invero questa opera fu la più

eccellente di tutte le cose sue, sì per le considerazioni dette di sopra, e sì
per aver fatto le figure alquanto maggiori che il vivo; il che dette animo a
chi venne dopo lui di ringrandire la maniera.

Fu tanto per le sue buone qualità stimato, che molte cose che di biasimo
erano alla vita sua, furono ricoperte mediante il grado di tanta virtù.
Ritrasse in questa opera Messer Carlo figlio naturale di Cosimo de' Medici, il

quale era allora proposto di quella chiesa, la quale fu da lui e dalla sua
casa molto beneficata. Finita che ebbe quest'opera l'anno 1463, dipinse a
tempera una tavola per la chiesa di S. Iacopo di Pistoia, dentrovi una
Nunziata molto bella per Messer Iacopo Bellucci, il qual vi ritrasse di

naturale molto vivamente. In casa di Pulidoro Bracciolini è in un quadro
una Natività di Nostra Donna di sua mano; e nel magistrato degl'Otto di
Firenze è, in un mezzo tondo dipinto a tempera, una Nostra Donna col
Figliuolo in braccio. In casa Lodovico Caponi in un altro quadro una Nostra

Donna bellissima; et appresso di Bernardo Vecchietto gentiluomo
fiorentino, e tanto virtuoso e da bene quanto più non saperei dire, è di
mano del medesimo in un quadretto piccolo un S. Agostino che studia,
bellissimo. Ma molto meglio è un S. Ieronimo in penitenzia, della

medesima grandezza in guardaroba del duca Cosimo. E se fra' Filippo fu
raro in tutte le sue pitture, nelle piccole superò se stesso, perché le fece
tanto graziose e belle, che non si può far meglio, come si può vedere nelle
predelle di tutte le tavole che fece. Insomma fu egli tale che ne' tempi suoi

niuno lo trapassò, e ne' nostri, pochi; e Michelagnolo l'ha non pur celebrato
sempre, ma imitato in molte cose. Fece ancora per la chiesa di S.
Domenico vecchio di Perugia, che poi è stata posta all'altar maggiore, una
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