Page 448 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI PAULO ROMANO E DI MAESTRO MINO SCULTORI E DI

CHIMENTI CAMICIA ARCHITETTO


Segue ora che noi parliamo di Paolo Romano e di Mino del Regno, coetanei
e della medesima professione, ma molto differenti nelle qualità de' costumi

e dell'arte, perché Pagolo fu modesto et assai valente, Mino di molto minor
valore ma tanto prosuntuoso et arrogante, che oltra il far suo pien di
superbia con le parole, ancora alzava fuor di modo le proprie fatiche. Nel

farsi allogazione da Pio Secondo pontefice a Paulo scultor romano d'una
figura, egli tanto per invidia lo stimolò et infestollo, che Paolo, il quale era
buona et umilissima persona, fu sforzato a risentirsi. Laonde Mino,
sbuffando, con Paulo voleva giucare mille ducati a fare una figura con esso
lui, e questo con grandissima prosunzione et audacia diceva, conoscendo

egli la natura di Paulo, che non voleva fastidi, non credendo egli che tal
partito accettasse. Ma Paulo accettò l'invito; e Mino mezzo pentito, solo per
onore suo cento ducati giuocò. Fatta la figura fu dato a Paulo il vanto,

come raro et eccellente ch'egli era; e Mino fu scorto per quella persona
nell'arte, che più con le parole che con l'opre valeva. Sono di mano di Mino
a Monte Cassino, luogo de' Monaci neri del regno di Napoli, una sepoltura,
et in Napoli alcune cose di marmo. In Roma il San Piero e San Paolo, che
sono a' piè delle scale di San Pietro et in San Pietro la sepoltura di papa

Paolo Secondo. E la figura che fece Paulo a concorrenza di Mino fu il San
Paulo, ch'all'entrata del ponte Sant'Angelo, su un basamento di marmo si
vede; il quale molto tempo stette inanzi alla cappella di Sisto Quarto, non

conosciuto. Avvenne poi che Clemente Settimo pontefice un giorno diede
d'occhio a questa figura, e per essere egli di tali essercizii intendente e
giudicioso, gli piacque molto. Per il che egli deliberò di far fare un San
Pietro della grandezza medesima, et insieme, alla entrata di Ponte
Sant'Angelo, dove erano dedicate a questi apostoli due cappellette di

marmo, levar quelle che impedivano la vista al castello e mettervi queste
due statue.

Si legge nell'opera d'Antonio Filareto che Paulo fu non pure scultore ma
valente orefice e che lavorò in parte i dodici Apostoli d'argento che inanzi
al sacco di Roma si tenevano sopra l'altar della capella papale, nei quali
lavorò ancora Niccolò della Guardia e Pietropaulo da Todi, che furono

discepoli di Paulo e poi ragionevoli maestri nella scultura: come si vede
nelle sepolture di papa Pio II e del Terzo, nelle quali sono i detti duoi
pontefici ritratti di naturale; e di mano dei medesimi si veggiono in

medaglia tre imperadori et altri personaggi grandi, et il detto Paulo fece
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