Page 451 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA D'ANDREA DAL CASTAGNO DI MUGELLO E DI DOMENICO

VINIZIANO PITTORI


Quanto sia biasimevole in una persona eccellente il vizio della invidia, che
in nessuno doverebbe ritrovarsi, e quanto scelerata et orribil cosa il cercare

sotto spezie d'una simulata amicizia, spegnere in altri, non solamente la
fama e la gloria, ma la vita stessa, non credo io certamente che ben sia
possibile esprimersi con parole, vincendo la sceleratezza del fatto ogni virtù

e forza di lingua, ancora che eloquente. Per il che, senza altrimenti
distendermi in questo discorso, dirò solo che ne' sì fatti alberga spirito, non
dirò inumano e fero, ma crudele in tutto e diabolico, tanto lontano da ogni
virtù, che non solamente non sono più uomini, ma né animali ancora, né
degni di vivere. Conciò sia che quanto la emulazione e la concorrenza, che

virtuosamente operando cerca vincere e soverchiare i da più di sé per
acquistarsi gloria et onore, è cosa lodevole e da essere tenuta in pregio
come necessaria ed utile al mondo, tanto per l'opposito, e molto più,

merita biasimo e vituperio la sceleratissima invidia, che non sopportando
onore o pregio in altrui si dispone a privar di vita chi ella non può spogliare
de la gloria, come fece lo sciaurato Andrea dal Castagno, la pittura e
disegno del quale fu per il vero eccellente e grande, ma molto maggiore il
rancore e la invidia che e' portava agli altri pittori, di maniera che con le

tenebre del peccato sotterrò e nascose lo splendor della sua virtù.

Costui per esser nato in una piccola villetta detta il Castagno, nel Mugello,
contado di Firenze, se la prese per suo cognome quando venne a stare in
Fiorenza; il che successe in questa maniera; essendo egli nella prima sua
fanciullezza rimaso senza padre, fu raccolto da un suo zio che lo tenne
molti anni a guardare gli armenti, per vederlo pronto e svegliato e tanto

terribile, che sapeva far riguardare non solamente le sue bestiuole, ma le
pasture et ogni altra cosa che attenesse al suo interesse. Continuando,
adunque, in tale esercizio, avvenne che fuggendo un giorno la pioggia, si

abbatté a caso in un luogo, dove uno di questi dipintori di contado che
lavorano a poco pregio dipigneva un tabernacolo d'un contadino, onde
Andrea, che mai più non aveva veduta simil cosa, assalito da una sùbita
maraviglia, cominciò attentissimamente a guardare e considerare la
maniera di tale lavoro. E gli venne subito un desiderio grandissimo et una

voglia sì spasimata di quell'arte, che senza mettere tempo in mezzo,
cominciò per le mure e su per le pietre co' carboni o con la punta del
coltello, a sgraffiare et a disegnare animali e figure, sì fattamente che e'

moveva non piccola maraviglia in chi le vedeva. Cominciò dunque a correr
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