Page 458 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI GENTILE DA FABRIANO E DI VITTORE PISANELLO
VERONESE PITTORI



Grandissimo vantaggio ha chi resta in un avviamento dopo la morte d'uno
che si abbia con qualche rara virtù onore procacciato e fama, perciò che

senza molta fatica, solo che seguiti in qualche parte le vestigie del
maestro, perviene quasi sempre ad onorato fine, dove, se per sé solo
avesse a pervenire, bisognarebbe più lungo tempo e fatiche maggiori
assai. Il che, oltre molti altri, si potette vedere e toccare, come si dice, con
mano in Pisano o vero Pisanello, pittore veronese; il quale, essendo stato

molti anni in Fiorenza con Andrea dal Castagno, et avendo l'opere di lui
finito, dopo che fu morto, s'acquistò tanto credito col nome d'Andrea, che
venendo in Fiorenza papa Martino Quinto, ne lo menò seco a Roma, dove

in S. Ianni Laterano gli fece fare in fresco alcune storie, che sono
vaghissime e belle al possibile; perché egli in quelle abondantissimamente
mise una sorte d'azzurro oltramarino datogli dal detto Papa, sì bello e sì
colorito che non ha avuto ancora paragone. Et a concorrenza di costui
dipinse Gentile da Fabriano alcune altre storie, sotto alle sopra dette; di

che fa menzione il Platina nella vita di quel Pontefice, il quale narra che
avendo fatto rifare il pavimento di San Giovanni Laterano, et il palco et il
tetto, Gentile dipinse molte cose, et in fra l'altre figure, di terretta tra le

finestre, in chiaro e scuro, alcuni profeti, che sono tenuti le migliori pitture
di tutta quell'opera. Fece il medesimo Gentile infiniti lavori nella Marca, e
particolarmente in Agobbio, dove ancora se ne veggiono alcuni, e
similmente per tutto lo stato d'Urbino. Lavorò in S. Giovanni di Siena, et in
Fiorenza, nella sagrestia di Santa Trinita, fece in una tavola la storia de'

Magi, nella quale ritrasse se stesso di naturale. Et in San Niccolò alla porta
a S. Miniato, per la famiglia de' Quaratesi, fece la tavola dell'altar
maggiore, che di quante cose ho veduto di mano di costui a me senza

dubbio pare la migliore, perché oltre alla Nostra Donna e molti Santi che le
sono intorno tutti ben fatti, la predella di detta tavola, piena di storie della
vita di San Niccolò, di figure piccole non può essere più bella né meglio
fatta di quello che ell'è. Dipinse in Roma in S. Maria Nuova sopra la
sepoltura del cardinale Adimari fiorentino et arcivescovo di Pisa, la quale è

allato a quella di papa Gregorio Nono in un archetto, la Nostra Donna col
Figliuolo in collo, in mezzo a San Benedetto e San Giuseppo; la qual opera
era tenuta in pregio dal divino Michelagnolo, il quale parlando di Gentile

usava dire che nel dipignere aveva avuto la mano simile al nome. In
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