Page 594 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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anni, si morì in Roma.
Non dissimile a Iacopo fu un suo fratello minore, chiamato per proprio
nome Francesco, e poi per soprannome anch'egli l'Indaco, che fu
similmente dipintore più che ragionevole. Non gli fu dissimile dico nel
lavorare più che mal volentieri, e nel ragionare assai; ma in questo
avanzava costui Iacopo perché sempre diceva male d'ognuno, e l'opere di
tutti gl'artefici biasimava. Costui dopo avere alcune cose lavorate in
Montepulciano, e di pittura e di terra, fece in Arezzo, per la Compagnia
della Nunziata, in una tavoletta per l'udienza, una Nunziata et un Dio Padre
in cielo, circondato da molti Angeli in forma di putti. E nella medesima città
fece la prima volta che vi andò il Duca Alessandro, alla porta del palazzo
de' signori, un arco trionfale bellissimo con molte figure di rilievo; e
parimente a concorrenza d'altri pittori, che assai altre cose per la detta
entrata del Duca lavorarono, la prospettiva d'una comedia, che fu tenuta
molto bella. Dopo andato a Roma, quando vi si aspettava l'imperadore
Carlo Quinto, vi fece alcune figure di terra, e per il popolo romano un'arme
a fresco in Campidoglio, che fu molto lodata. Ma la miglior opera che mai
uscisse delle mani di costui, e la più lodata, fu nel palazzo de' Medici in
Roma, per la duchessa Margherita d'Austria, uno studiolo di stucco tanto
bello e con tanti ornamenti, che non è possibil veder meglio; né credo che
sia in un certo modo possibile far d'argento quello che in questa opera
l'Indaco fece di stucco. Dalle quali cose si fa giudizio che se costui si fusse
dilettato di lavorare et avesse esercitato l'ingegno, che sarebbe riuscito
eccellente. Disegnò Francesco assai bene, ma molto meglio Iacopo, come
si può vedere nel nostro libro.