Page 593 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI IACOPO DETTO L'INDACO PITTORE
Iacopo detto l'Indaco, il quale fu discepolo di Domenico del Ghirlandaio, et
in Roma lavorò con Pinturicchio, fu ragionevole maestro ne' tempi suoi; e
se bene non fece molte cose, quelle nondimeno che furono da lui fatte
sono da esser comendate. Né è gran fatto che non uscissero se non
pochissime opere delle sue mani, perciò che essendo persona faceta,
piacevole e di buon tempo, alloggiava pochi pensieri e non voleva lavorare
se non quando non poteva far altro; e perciò usava di dire che il non mai
fare altro che affaticarsi senza pigliarsi un piacere al mondo, non era cosa
da cristiani. Praticava costui molto dimesticamente con Michelagnolo,
perciò che quando voleva quell'artefice, eccellentissimo sopra quanti ne
furono mai, ricrearsi dagli studii e dalle continue fatiche del corpo e della
mente, niuno gli era perciò più a grado, né più secondo l'umor suo, che
costui. Lavorò Iacopo molti anni in Roma, o per meglio dire, stette molti
anni in Roma e vi lavorò pochissimo. È di sua mano in quella città nella
chiesa di S. Agostino, entrando in chiesa per la porta della facciata dinanzi
a man ritta, la prima cappella, nella volta della quale sono gl'Apostoli che
ricevono lo Spirito Santo; e di sotto sono nel muro due storie di Cristo,
nell'una quando toglie dalle reti Pietro et Andrea, e nell'altra la cena di
Simone e di Maddalena, nella quale è un palco di legno e di travi molto ben
contrafatto. Nella tavola della medesima cappella, la quale egli dipinse a
olio, è un Cristo morto, lavorato e condotto con molta pratica e diligenza.
Parimente nella Trinità di Roma è di sua mano in una tavoletta, la
coronazione di Nostra Donna. Ma che bisogna o che si può di costui altro
raccontare? Basta che quanto fu vago di cicalare tanto fu sempre nimico di
lavorare e del dipignere. E perché come si è detto, si pigliava piacer
Michelagnelo delle chiacchiere di costui e delle burle che spesso faceva, lo
teneva quasi sempre a mangiar seco; ma essendogli un giorno venuto
costui a fastidio, come il più delle volte vengono questi cotali agl'amici e
padroni loro, col troppo e bene spesso fuor di proposito e senza
discrezione, cicalare - perché ragionare non si può dire, non essendo in
simili per lo più né ragione, né giudizio - lo mandò Michelagnolo, per
levarselo dinanzi allora che aveva forse altra fantasia, a comperare de'
fichi; et uscito che Iacopo fu di casa, gli serrò Michelagnolo l'uscio dietro
con animo, quando tornava, di non gl'aprire. Tornato dunque l'Indaco di
piazza, s'avvide, dopo aver picchiato un pezzo la porta invano, che
Michelagnolo non voleva aprirgli; perché venutogli collera, prese le foglie
et i fichi, e fattone una bella distesa in sulla soglia della porta, si partì e
stette molti mesi che non volle favellare a Michelagnolo; pure finalmente
rappattumatosi gli fu più amico che mai. Finalmente, essendo vecchio di 68