Page 675 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Guidobaldo da Montefeltro, allora capitano de' Fiorentini, due quadri di
Nostra Donna piccoli, ma bellissimi e della seconda maniera. I quali sono
oggi appresso lo illustrissimo et eccellentissimo Guidobaldo, Duca d'Urbino.
Fece al medesimo un quadretto d'un Cristo che ora nell'orto e, lontani
alquanto, i tre Apostoli che dormono. La qual pittura è tanto finita che un
minio non può essere né migliore né altrimenti. Questa, essendo stata gran
tempo appresso Francesco Maria, Duca d'Urbino, fu poi dalla illustrissima
signora Leonora, sua consorte, donata a don Paulo Iustiniano e don Pietro
Quirini viniziani e romiti del sacro eremo di Camaldoli, e da loro fu poi
come reliquia e cosa rarissima, et insomma di mano di Raffaello da Urbino
e per memoria di quella illustrissima signora, posta nella camera del
Maggiore di detto Eremo, dove è tenuta in quella venerazione ch'ella
merita. Dopo queste opere et avere accomodate le cose sue, ritornò
Raffaello a Perugia, dove fece nella chiesa de' frati de' Servi in una tavola
alla cappella degl'Ansidei una Nostra Donna, San Giovanni Battista e San
Nicola. Et in San Severo della medesima città, piccol monasterio dell'Ordine
di Camaldoli, alla cappella della Nostra Donna, fece in fresco un Cristo in
gloria, un Dio Padre con alcuni Angeli a torno e sei Santi a sedere, cioè tre
per banda: San Benedetto, San Romualdo, San Lorenzo, San Girolamo, San
Mauro e San Placido; et in questa opera, la quale per cosa in fresco fu
allora tenuta molto bella, scrisse il nome suo in lettere grandi e molto bene
apparenti. Gli fu anco fatto dipignere nella medesima città, dalle donne di
Santo Antonio da Padoa, in una tavola la Nostra Donna et in grembo a
quella, sì come piacque a quelle semplici e venerande donne, Gesù Cristo
vestito, e dai lati di essa Madonna San Piero, San Paulo, Santa Cecilia e
Santa Caterina. Alle qual due Sante vergini fece le più belle e dolci arie di
teste e le più varie acconciature da capo, il che fu cosa rara in que' tempi,
che si possino vedere. E sopra questa tavola in un mezzo tondo dipinse un
Dio Padre bellissimo e nella predella dell'altare tre storie di figure piccole:
Cristo quando fa orazione nell'orto; quando porta la Croce, dove sono
bellissime movenze di soldati che lo stracinano, e quando è morto in
grembo alla Madre: opera certo mirabile, devota e tenuta da quelle donne
in gran venerazione e da tutti i pittori molto lodata. Né tacerò, che si
conobbe, poi che fu stato a Firenze, che egli variò et abbellì tanto la
maniera, mediante l'aver vedute molte cose e di mano di maestri
eccellenti, che ella non aveva che fare alcuna cosa con quella prima se non
come fussino di mano di diversi e più e meno eccellenti nella pittura. Prima
che partisse di Perugia, lo pregò madonna Atlanta Baglioni che egli volesse
farle per la sua cappella nella chiesa di San Francesco una tavola, ma,
perché egli non poté servirla allora, le promise che tornato che fusse da
Firenze, dove allora per suoi bisogni era forzato d'andare, non le