Page 670 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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tutte le cose de' suoi vecchi, e l'ha in venerazione, oltre a molte altre opere
fatte in Fiorenza et altrove di scultura e d'architettura, è di sua mano in Or
San Michele la Madonna, che vi è di marmo, col Figliuolo in collo, et in
grembo a Santa Anna; la quale opera, che è di figure tonde et in un sasso

solo, fu ed è tenuta bell'opera. Ha fatto similmente la sepoltura che papa
Clemente fece fare a Monte Cassino di Piero de' Medici, et altre opere,
molte delle quali non si fa menzione, per essere el detto Francesco vivo.
Antonio, dopo la morte di Giuliano, come quello che mal volentieri si stava,

fece due Crucifissi grandi di legno, l'uno de' quali fu mandato in Ispagna e
l'altro fu da Domenico Buoninsegni, per ordine del cardinale Giulio de'
Medici vice cancelliere, portato in Francia. Avendosi poi a fare la fortezza di
Livorno vi fu mandato, dal cardinale de' Medici, Antonio a farne il disegno,

il che egli fece se bene non fu poi messo interamente in opera, né in quel
modo che Antonio l'aveva disegnato. Dopo, deliberando gl'uomini di Monte
Pulciano, per i miracoli fatti da una imagine di Nostra Donna, di fare un
tempio di grandissima spesa, Antonio fece il modello e ne divenne capo;

onde due volte l'anno visitava quella fabbrica, la quale oggi si vede
condotta a l'ultima perfezzione, che fu nel vero di bellissimo componimento
e vario dall'ingegno d'Antonio con somma grazia condotta; e tutte le pietre
sono di certi sassi che tirano al bianco in modo di tivertini; la quale opra è

fuor della porta di San Biagio a man destra et a mezzo la salita del Poggio.
In questo tempo ancora diede principio al palazzo d'Antonio di Monte
cardinale di Santa Prassedia, nel castello del Monte San Savino, et un altro
per il medesimo ne fece a Monte Pulciano, cose di bonissima grazia,

lavorato e finito. Fece l'ordine della banda delle case de' frati de' Servi, su
la piazza loro, secondo l'ordine della loggia degli Innocenti. Et in Arezzo
fece i modelli delle navate della Nostra Donna delle Lagrime che fu molto
male intesa perché scompagna con la fabbrica prima, e gli archi delle teste

non tornano in mezzo; similmente fece un modello della Madonna di
Cortona, il quale non penso che si mettesse in opera.

Fu adoprato nello assedio per le fortificazioni e bastioni dentro alla città, et
ebbe a cotale impresa per compagnia Francesco, suo nipote. Dopo,
essendo stato messo in opera il gigante di piazza, di mano di Michelagnolo,
al tempo di Giuliano fratello di esso Antonio, e dovendovisi condurre

quel[l'] altro che aveva fatto Baccio Bandinelli, fu data la cura ad Antonio
di condurvelo a salvamento; et egli, tolto in sua compagnia Baccio
d'Agnolo, con ingegni molto gagliardi lo condusse e posò salvo in su quella
base che a questo effetto si era ordinata. In ultimo, essendo egli già

vecchio divenuto, non si dilettava d'altro che dell'agricoltura, nella quale
era intelligentissimo. Laonde, quando più non poteva per la vecchiaia
patire gli incomodi del mondo, l'anno 1534 rese l'anima a Dio, et insieme
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