Page 665 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Fece il medesimo per un viniziano, fuor de la porta a Pinti in Camerata, un
palazzo, et a' privati cittadini molte case, delle quali non accade far
menzione. E volendo il Magnifico Lorenzo, per utilità publica et ornamento
dello stato lasciar fama e memoria, oltre alle infinite che procacciate si

aveva, fare la fortificazione del Poggio Imperiale sopra Poggibonzi su la
strada di Roma per farci una città, non la volle disegnare senza il consiglio
e disegno di Giuliano; onde per lui fu cominciata quella fabbrica
famosissima, nella quale fece quel considerato ordine di fortificazione e di

bellezza che oggi veggiamo. Le quali opere gli diedero tal fama che dal
Duca di Milano, a ciò che gli facesse il modello d'un palazzo per lui, fu per il
mezzo poi di Lorenzo condotto a Milano, dove non meno fu onorato
Giuliano dal Duca che e' si fusse stato onorato prima dal re quando lo fece

chiamare a Napoli. Perché, presentando egli il modello per parte del
Magnifico Lorenzo, riempié quel Duca di stupore e di maraviglia nel vedere
in esso l'ordine e la distribuzione di tanti begli ornamenti, e con arte tutti e
con leggiadria accomodati ne' luoghi loro. Il che fu cagione che, procacciate

tutte le cose a ciò necessarie, si cominciasse a metterlo in opera. Nella
medesima città furono insieme Giuliano e Lionardo da Vinci, che lavorava
col Duca, e parlando esso Lionardo del getto che far voleva del suo cavallo,
n'ebbe bonissimi documenti. La quale opra fu messa in pezzi per la venuta

de' Franzesi, e così il cavallo non si finì, né ancora si poté finire il palazzo.
Ritornato Giuliano a Fiorenza, trovò che Antonio suo fratello, che gli serviva

ne' modegli, era divenuto tanto egregio che nel suo tempo non c'era chi
lavorasse et intagliasse meglio di esso e massimamente Crocifissi di legno
grandi, come ne fa fede quello sopra lo altar maggiore nella Nunziata di
Fiorenza, et uno che tengono i frati di San Gallo in San Iacopo tra' Fossi et

uno altro nella Compagnia dello Scalzo, i quali sono tutti tenuti bonissimi.
Ma egli lo levò da tale essercizio et alla architettura in compagnia sua lo
fece attendere, avendo egli per il privato e publico a fare molte faccende.
Avvenne, come di continuo avviene, che la fortuna nimica della virtù levò

gli appoggi delle speranze a' virtuosi con la morte di Lorenzo de' Medici; la
quale non solo fu cagione di danno agli artefici virtuosi et alla patria sua,
ma a tutta l'Italia ancora; onde rimase Giuliano con gli altri spirti ingegnosi
sconsolatissimo, e per lo dolore si trasferì a Prato vicino a Fiorenza a fare il

tempio della Nostra Donna delle carcere, per essere ferme in Fiorenza tutte
le fabbriche publiche e private. Dimorò dunque in Prato tre anni continui,
con sopportare la spesa, il disagio e 'l doloro come potette il meglio. Dopo,
avendosi a ricoprire la chiesa della Madonna di Loreto e voltare la cupola,

già stata cominciata e non finita da Giuliano da Maiano, dubitavano coloro
che di ciò avevano la cura, che la debolezza de' pilastri non reggesse così
gran peso; per che scrivendo a Giuliano che, se voleva, tale opera andasse
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