Page 661 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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le quali fece a concorrenza di Michelagnolo, fu dai su detti mercanti
condotto in Inghilterra dove lavorò in servigio di quel re infinite cose di
marmo, di bronzo e di legno a concorrenza d'alcuni maestri di quel paese ai
quali tutti restò superiore. E ne cavò tanti e così fatti premii che, se non

fusse stato, come superbo, persona inconsiderata e senza governo,
sarebbe vivuto quietamente e fatto ottima fine, là dove gli avvenne il
contrario.

Dopo, essendo condotto d'Inghilterra in Ispagna, vi fece molte opere che
sono sparse in diversi luoghi e sono molto stimate; ma in fra l'altre fece un
Crocifisso di terra che è la più mirabile cosa che sia in tutta la Spagna. E

fuori della città di Siviglia in un monasterio de' frati di San Girolamo fece un
altro Crucifisso et un San Girolamo in penitenza col suo lione, nella figura
del qual Santo ritrasse un vecchio dispensiero de' Botti, mercanti fiorentini
in Ispagna, et una Nostra Donna col Figliuolo, tanto bella ch'ella fu cagione

che ne facesse un'altra simile al Duca d'Arcus, il quale per averla fece tante
promesse a Torrigiano, che egli si pensò d'esserne ricco per sempre. La
quale opera finita, gli donò quel Duca tante di quelle monete che chiamano
maravelìs, che vagliono poco o nulla, che il Torrigiano al quale ne

andarono due persone a casa cariche si confermò maggiormente nella sua
openione d'avere a esser richissimo. Ma avendo poi fatta contare e vedere
a un suo amico fiorentino quella moneta e ridurla al modo italiano, vide
che tanta somma non arrivava pure a trenta ducati, per che, tenendosi

beffato, con grandissima collera andò dove era la figura che aveva fatto
per quel Duca e tutta guastolla. Laonde quello Spagnuolo, tenendosi
vituperato, accusò il Torrigiano per eretico; onde essendo messo in
prigione et ogni dì esaminato e mandato [da] uno inquisitore all'altro, fu

giudicato finalmente degno di gravissima punizione. La quale non fu messa
altrimenti in esecuzione, perché esso Torrigiano per ciò venne in tanta
maninconia che, stato molti giorni senza mangiare e per ciò debilissimo
divenuto, a poco a poco finì la vita; e così col torsi il cibo si liberò dalla

vergogna in che sarebbe forse caduto, essendo, come si credette, stato
condennato a morte.

Furono l'opere di costui circa gl'anni di nostra salute 1515. E morì l'anno
1522.


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