Page 664 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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l'altre d'una tazza d'argento con alcune centinaia di ducati, i quali Giuliano
non volle accettare, dicendo che stava con padrone il quale non aveva
bisogno d'oro né d'argento. E se pure gli voleva far presente o alcun segno
di guidardone, per mostrare che vi fosse stato, gli donasse alcuna de le sue
anticaglie a sua elezzione. Le quali il re liberalissimamente per amor del
Magnifico Lorenzo e per le virtù di Giuliano gli concesse, e queste furono: la
testa d'uno Adriano imperatore, oggi sopra la porta del giardino in casa
Medici, una femmina ignuda più che 'l naturale et un Cupido che dorme, di
marmo tutti tondi; le quali Giuliano mandò a presentare al Magnifico
Lorenzo, che per ciò ne mostrò infinita allegrezza, non restando mai di
lodar l'atto del liberalissimo artefice, il quale rifiutò l'oro e l'argento per
l'artificio, cosa che pochi averebbono fatto; questo Cupido è oggi in
guardaroba del Duca Cosimo.
Ritornato dunque Giuliano a Fiorenza fu gratissimamente raccolto dal
Magnifico Lorenzo, al quale venne capriccio, per sodisfare a frate Mariano
da Ghinazzano, literatissimo de l'Ordine de' frati eremitani di Santo
Agostino, di edificargli, fuor de la porta S. Gallo, un convento capace per
cento frati, del quale ne fu da molti architetti fatto modelli, et in ultimo si
mise in opera quello di Giuliano. Il che fu cagione che Lorenzo lo nominò
da questa opera Giuliano da San Gallo. Onde Giuliano, che da ognuno si
sentiva chiamare da San Gallo, disse un giorno burlando al Magnifico
Lorenzo: "Colpa del vostro chiamarmi da San Gallo, mi fate perdere il nome
del casato antico; e credendo avere andare inanzi per antichità, ritorno a
dietro". Per che Lorenzo gli rispose che più tosto voleva che per la sua virtù
egli fosse principio d'un casato nuovo che dependessi da altri; onde
Giuliano di tal cosa fu contento. Seguitandosi pertanto l'opera di San Gallo
insieme con le altre fabriche di Lorenzo, non fu finita né quella né l'altre
per la morte di esso Lorenzo. E poi ancora poco viva in piede rimase tal
fabrica di San Gallo, perché nel 1530 per lo assedio di Fiorenza fu rovinata
e buttata in terra insieme col borgo, che di fabriche molto belle aveva
piena tutta la piazza; et al presente non vi si vede alcun vestigio né di
casa, né di chiesa, né di convento.
Successe in quel tempo la morte del re di Napoli, e Giuliano Gondi,
ricchissimo mercante fiorentino, se ne tornò a Fiorenza, e dirimpetto a San
Firenze, di sopra dove stavano i lioni fece di componimento rustico
fabricare un palazzo da Giuliano, col quale, per la gita di Napoli, aveva
stretta dimestichezza. Questo palazzo doveva fare la cantonata finita e
voltare verso la Mercatanzia Vecchia, ma la morte di Giuliano Gondi la fece
fermare; nel qual palazzo fece fra l'altre cose un cammino molto ricco
d'intagli e tanto vario di componimento e bello che non se n'era insino
alora veduto un simile, né con tanta copia di figure.