Page 660 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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vivere eternamente per fama negli intelletti degli uomini. Fra gl'altri che
studiarono l'arti del disegno in questo giardino riuscirono tutti questi
eccellentissimi: Michelagnolo di Lodovico Bonarroti, Giovan Francesco
Rustici, Torrigiano Torrigiani, Francesco Granacci, Niccolò di Domenico
Soggi, Lorenzo di Credi e Giuliano Bugiardini. E de' forestieri: Baccio da
Monte Lupo, Andrea Contucci dal Monte San Sovino et altri de' quali si farà
memoria al luogo loro.
Il Torrigiano adunque, del quale al presente scriviamo la vita, praticando
nel detto giardino con i sopra detti era di natura tanto superbo e colloroso,
oltre all'essere di persona robusta, d'animo fiero e coraggioso, che tutti
gl'altri bene spesso soperchiava di fatti e di parole; era la sua principale
professione la scoltura, ma non di meno lavorava di terra molto
pulitamente e con assai bella e buona maniera, ma, non potendo egli
sopportare che niuno con l'opere gli passasse inanzi, si metteva a guastar
con le mani quell'opere di man d'altri, alla bontà delle quali non poteva con
l'ingegno arrivare. E, se altri di ciò se risentiva, egli spesso veniva ad altro
che a parole. Aveva costui particolar odio con Michelagnolo, non per altro
se non perché lo vedeva studiosamente attendere all'arte, e sapeva che
nascosamente la notte et il giorno delle feste disegnava in casa, onde poi
nel giardino riusciva meglio che tutti gl'altri et era per ciò molto carezzato
dal Magnifico Lorenzo; per che, mosso da crudele invidia, cercava sempre
d'offenderlo di fatti o di parole; onde venuti un giorno alle mani, diede il
Torrigiano a Michelagnolo sì fattamente un pugno sul naso, che glielo
infranse, di maniera che lo portò poi sempre così stiacciato mentre che
visse. La qual cosa avendo intesa il Magnifico ne ebbe tanto sdegno che, se
il Torrigiano non si fuggiva di Firenze, n'arebbe ricevuto qualche grave
castigo. Andatosene dunque a Roma, dove allora faceva lavorare
Alessandro VI Torre Borgia, vi fece il Torrigiano in compagnia d'altri
maestri molti lavori di stucchi, poi dandosi danari per lo duca Valentino che
faceva guerra ai Romagnuoli, il Torrigiano fu sviato da alcuni giovani
fiorentini; e così fattosi in un tratto di scultore soldato, si portò in quelle
guerre di Romagna valorosamente; il medesimo fece con Paulo Vitelli nella
guerra di Pisa. E con Piero de' Medici si trovò nel fatto d'arme del
Garigliano, dove si acquistò una insegna e nome di valente alfiere.
Finalmente, conoscendo che non era per mai venire, ancor che lo
meritasse, come disiderava al grado di capitano e non avere alcuna cosa
avanzato nella guerra anzi aver consumato vanamente il tempo, ritornò
alla scoltura, et avendo fatto ad alcuni mercatanti fiorentini operette di
marmo e di bronzo in figure piccole, che sono in Fiorenza per le case de'
cittadini, e disegnato molte cose con fierezza e buona maniera, come si
può vedere in alcune carte del nostro libro di sua mano insieme con altre,