Page 667 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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largamente lo premiò e gli diede lode infinite e ne rese molte grazie al
cardinale che era in Avignone. Ebbero intanto nuove che il palazzo di
Savona era già presso alla fine; per il che il cardinale deliberò che Giuliano
rivedesse tale opera, per che andato Giuliano a Savona poco vi dimorò che

fu finito a fatto. Laonde Giuliano, desiderando tornare a Firenze, dove per
lungo tempo non era stato, con que' maestri prese il cammino e, perché
aveva in quel tempo il re di Francia rimesso Pisa in libertà e durava ancora
la guerra tra Fiorentini e Pisani, volendo Giuliano passare, si fece in Lucca

fare un salvo condotto, avendo eglino de' soldati pisani non poco sospetto.
Ma non di meno nel lor passare vicino ad Altopascio furono da' Pisani fatti
prigioni, non curando essi salvo condotto né cosa che avessero. E per sei
mesi fu ritenuto in Pisa, con taglia di trecento ducati; né prima che

gl'avesse pagati se ne tornò a Fiorenza.
Aveva Antonio a Roma inteso queste cose, et avendo desiderio di rivedere

la patria e 'l fratello, con licenzia partì da Roma, e nel suo passaggio
disegnò al Duca Valentino la rocca di Monte Fiascone. E così a Fiorenza si
ricondusse l'anno 1503, e quivi con allegrezza di loro e degli amici si
goderono. Seguì allora la morte di Alessandro VI e la successione di Pio III

che poco visse e fu creato pontefice il cardinale di S. Pietro in Vincola,
chiamato papa Giulio II, la qual cosa fu di grande allegrezza a Giuliano per
la lunga servitù che aveva seco. Onde deliberò andare a baciargli il piede,
perché giunto a Roma fu lietamente veduto e con carezze raccolto, e subito

fu fatto esecutore delle sue prime fabbriche innanzi la venuta di Bramante.
Antonio, che era rimasto a Fiorenza, sendo gonfaloniere Pier Soderini, non
ci essendo Giuliano continuò la fabbrica del Poggio Imperiale, dove si
mandavano a lavorare tutti i prigioni pisani per finire più tosto tal fabbrica.

Fu poi per i casi d'Arezzo rovinata la fortezza vecchia, et Antonio fece il
modello della nuova col consenso di Giuliano; il quale da Roma perciò partì
e subito vi tornò. E fu questa opera cagione che Antonio fosse fatto
architetto del comune di Fiorenza sopra tutte le fortificazioni. Nel ritorno di

Giuliano in Roma si praticava se 'l divino Michele Agnolo Buonarroti
dovesse fare la sepoltura di Giulio, perché Giuliano confortò il Papa
all'impresa, aggiugnendo che gli pareva che per quello edifizio si dovesse
fabricare una cappella a posta senza porre quella nel vecchio San Piero,

non vi essendo luogo, perciò che quella cappella renderebbe quell'opera
più perfetta. Avendo dunque molti architetti fatti disegni, si venne in tanta
considerazione a poco a poco che, in cambio di fare una cappella, si mise
mano alla gran fabrica del nuovo San Piero. Et essendo di que' giorni

capitato in Roma Bramante da Castel Durante architetto, il quale tornava
di Lombardia, egli si adoperò di maniera con mezzi et altri modi
straordinarii e con suoi ghiribizzi, avendo in suo favore Baldassarri Peruzzi,
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