Page 666 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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a vedere, egli come animoso e valente andò e mostrò con facilità quella
poter voltarsi e che a ciò gli bastava l'animo; e tante e tali ragioni allegò
loro che l'opera gli fu allogata. Dopo la quale allogazione fece spedire
l'opera di Prato e coi medesimi maestri muratori e scarpellini a Loreto si

condusse. E perché tale opra avesse fermezza nelle pietre, e saldezza e
forma e stabilità e facesse legazione, mandò a Roma per la pozzolana; né
calce fu che con essa non fosse temperata e murata ogni pietra; e così in
termine di tre anni quella finita e libera rimase perfetta.

Andò poi a Roma, dove a papa Alessandro vi restaurò il tetto di Santa
Maria Maggiore, che ruinava; e vi fece quel palco ch'al presente si vede.

Così nel praticare per la corte il vescovo della Rovere, fatto cardinale di
San Pietro in Vincola, già amico di Giuliano fin quando era castellano
d'Ostia, gli fece fare il modello del palazzo di S. Pietro in Vincola. E poco
dopo questo, volendo edificare a Savona sua patria un palazzo, volle farlo

similmente col disegno e con la presenzia di Giuliano. La quale andata gli
era difficile, perciò che il palco non era ancor finito e papa Alessandro non
voleva ch'e' partisse. Per il che lo fece finire per Antonio suo fratello, il
quale, per avere ingegno buono e versatile, nel praticare la corte contrasse

servitù col Papa, che gli mise grandissimo amore e glielo mostrò nel volere
fondare e rifondare con le difese a uso di castello, la Mole di Adriano, oggi
detta Castel Santo Agnolo; alla quale impresa fu preposto Antonio. Così si
fecero i torrioni da basso, i fossi e l'altre fortificazioni che al presente

veggiamo. La quale opera gli diè credito grande appresso il Papa e col
duca Valentino, suo figliuolo; e fu cagione ch'egli facesse la rocca che si
vede oggi a Civita Castellana. E così, mentre quel Pontefice visse, egli di
continuo attese a fabbricare, e per esso lavorando fu non meno premiato

che stimato da lui.
Già aveva Giuliano a Savona condotto l'opera innanzi quando il cardinale,

per alcuno suoi bisogni, ritornò a Roma e lasciò molti Operai ch'alla
fabbrica dessero perfezzione con l'ordine e col disegno di Giuliano, il quale
ne menò seco a Roma et egli fece volentieri questo viaggio per rivedere

Antonio e l'opere d'esso, dove dimorò alcuni mesi. Ma venendo in quel
tempo il cardinale in disgrazia del Papa, si partì da Roma per non esser
fatto prigione e Giuliano gli tenne sempre compagnia. Arrivati dunque a
Savona crebbero maggior numero di maestri da murare et altri artefici in
sul lavoro. Ma facendosi ognora più vivi i romori del Papa contra il

cardinale, non stette molto che se n'andò in Avignone, e d'un modello, che
Giuliano aveva fatto d'un palazzo per lui, fece fare un dono al re; il quale
modello era maraviglioso, ricchissimo d'ornamenti e molto capace per lo

allogiamento di tutta la sua corte. Era la corte reale in Lione quando
Giuliano presentò il modello, il quale fu tanto caro et accetto al re che
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