Page 717 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI DOMENICO PULIGO PITTORE FIORENTINO
È cosa maravigliosa, anzi stupenda, che molti nell'arte della pittura, nel
continuo esercitare e maneggiare i colori, per instinto di natura, o per un
uso di buona maniera presa senza disegno alcuno o fondamento,
conducono le cose loro a sì fatto termine che elle si abbattono molte volte
a essere così buone che, ancor che gl'artefici loro non siano de' rari, elle
sforzano gl'uomini ad averle in somma venerazione e lodarle. E si è veduto
già molte volte et in molti nostri pittori che coloro che fanno l'opere loro
più vivaci e più perfette, i quali hanno naturalmente bella maniera e si
esercitano con fatica e studio continuamente, perché ha tanta forza questo
dono della natura che, benché costoro stracurino e lascino gli studi dell'arte
et altro non seguino che l'uso solo del dipignere e del maneggiare i colori
con grazia infuso dalla natura, apparisce nel primo aspetto dell'opere loro
ch'ella mostrano tutte le parti eccellenti e maravigliose che sogliono
minutamente apparire ne' lavori di que' maestri che noi tenghiamo migliori.
E che ciò sia vero l'esperienza ce lo dimostra a' tempi nostri nell'opere di
Domenico Puligo, pittore fiorentino, nelle quali da chi ha notizia delle cose
dell'arte si conosce quello che si è detto di sopra chiaramente.
Mentre che Ridolfo di Domenico Grillandaio lavorava in Firenze assai cose
di pittura, come si dirà, seguitando l'umore del padre, tenne sempre in
bottega molti giovani a dipignere, il che fu cagione, per concorrenza l'uno
dell'altro, che assai ne riuscirono bonissimi maestri, alcuni in fare ritratti di
naturale, altri in lavorare a fresco et altri a tempera et in dipignere
speditamente drappi. A costoro facendo Ridolfo lavorare quadri, tavole e
tele, in pochi anni ne mandò con suo molto utile una infinità in Inghilterra,
nell'Alemagna et in Ispagna. E Baccio Gotti e Toto del Nunziata, suoi
discepoli, furono condotti, uno in Francia al re Francesco e l'altro in
Inghilterra al re, che gli chiesono per aver prima veduto dell'opere loro.
Due altri discepoli del medesimo restarono e si stettono molti anni con
Ridolfo, perché, ancora che avessero molte richieste da mercanti e da altri
in Ispagna et in Ungheria, non vollono mai, né per promesse, né per danari
privarsi delle dolcezze della patria, nella quale avevano da lavorare più che
non potevano. Uno di questi fu Antonio del Ceraiuolo fiorentino, il quale
essendo molti anni stato con Lorenzo di Credi aveva da lui particolarmente
imparato a ritrarre tanto bene di naturale, che con facilità grandissima
faceva i suoi ritratti similissimi al naturale, ancor che in altro non avesse
molto disegno. Et io ho veduto alcune teste di sua mano ritratte dal vivo
che, ancor che abbiano, verbi grazia, il naso torto, un labro piccolo et un