Page 713 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 713





del Savonarola. Costoro dunque, dopo molte dispute, dettono ordine
d'accordo che la sala si facesse in quel modo ch'ell'è poi stata sempre
insino che ella si è ai giorni nostri quasi rinovata, come si è detto e si dirà
in altro luogo. E di tutta l'opera fu dato il carico al Cronaca, come

ingegnoso et anco come amico di fra' Girolamo detto, et egli la condusse
con molta prestezza e diligenza e particolarmente mostrò bellissimo
ingegno nel fare il tetto, per essere l'edifizio grandissimo per tutti i versi.
Fece dunque l'asticciuola del cavallo, che è lunga braccia trentotto da muro

a muro, di più travi commesse insieme, augnate et incatenate benissimo,
per non esser possibile trovar legni a proposito di tanta grandezza e dove
gl'altri cavalli hanno un monaco solo, tutti quelli di questa sala n'hanno tre
per ciascuno, uno grande nel mezzo et uno da ciascun lato, minori. Gl'arcali

sono lunghi a proporzione e così i puntoni di ciascun monaco, né tacerò che
i puntoni de' monaci minori pontano dal lato verso il muro nell'arcale e
verso il mezzo nel puntone del monaco maggiore.

Ho voluto raccontare in che modo stanno questi cavalli, perché furono fatti
con bella considerazione et io ho veduto disegnargli da molti, per mandare
in diversi luoghi. Tirati su questi così fatti cavalli e posti l'uno lontano

dall'altro sei braccia e posto similmente in brevissimo tempo il tetto, fu
fatto dal Cronaca conficcare il palco, il quale allora fu fatto di legname
semplice e compartito a quadri, de' quali ciascuno per ogni verso era
braccia quattro, con ricignimento a torno di cornice e pochi membri; e,

tanto quanto erano grosse le travi, fu fatto un piano che rigirava intorno ai
quadri et a tutta l'opera, con borchioni in su le crociere e cantonate di tutto
il palco. E perché le due testate di questa sala, una per ciascun lato, erano
fuor di squadra otto braccia, non presono, come arebbono potuto fare,

risoluzione d'ingrossare le mura per ridurla in isquadra, ma seguitarono le
mura eguali insino al tetto, con fare tre finestre grandi per ciascuna delle
facciate delle teste. Ma, finito il tutto, riuscendo loro questa sala per la sua
straordinaria grandezza cieca di lumi e, rispetto al corpo così lungo e largo,

nana e con poco sfogo d'altezza et insomma quasi tutta sproporzionata,
cercarono, ma non giovò molto, l'aiutarla col fare dalla parte di levante due
finestre nel mezzo della sala e quattro dalla banda di ponente. Appresso,
per darle ultimo fine, feciono in sul piano del mattonato, con molta

prestezza, essendo a ciò sollecitati dai cittadini, una ringhiera di legname
intorno intorno alle mura di quella, larga et alta tre braccia, con i suoi
sederi a uso di teatro e con balaustri dinanzi, sopra la quale ringhiera
avevano a stare tutti i magistrati della città. E nel mezzo della facciata, che

è volta a levante, era una residenza più eminente, dove col Confaloniere di
iustizia stavano i Signori; e da ciascun lato di questo più eminente luogo
erano due porte, una delle quali entrava nel segreto e l'altra nello
   708   709   710   711   712   713   714   715   716   717   718