Page 711 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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bande la finì tutta, contrapesando le pietre in modo perché venissino
bilicate e legate, che non si può veder cosa murata meglio, né condotta
con più diligenza a perfezzione. Così anche tutte l'altre pietre di questo
palazzo sono tanto finite e ben commesse ch'elle paiono non murate, ma

tutte d'un pezzo. E perché ogni cosa corrispondesse fece fare per
ornamento del detto palazzo ferri bellissimi per tutto e le lumiere che sono
in su' canti, e tutti furono da Niccolò Grosso Caparra, fabro fiorentino, con
grandissima diligenza lavorate. Vedesi in quelle lumiere maravigliose le

cornici, le colonne, i capitegli e le mensole saldate di ferro con
maraviglioso magistero. Né mai ha lavorato moderno alcuno di ferro
machine sì grandi e sì difficili con tanta scienza e pratica. Fu Niccolò Grosso
persona fantastica e di suo capo, ragionevole nelle sue cose e d'altri, né

mai voleva di quel d'altrui. Non volse mai far credenza a nessuno de' suoi
lavori, ma sempre voleva l'arra. E per questo Lorenzo de' Medici lo
chiamava il Caparra e da molti altri ancora per tal nome era conosciuto.
Egli aveva appiccato alla sua bottega una insegna, ne la quale erano libri

ch'ardevano; per il che, quando uno gli chiedeva tempo a pagare, gli
diceva: "Io non posso, perché i miei libri abbrucciano e non vi si può più
scrivere debitori". Gli fu dato a fare, per i signori Capitani di parte Guelfa,
un paio d'alari, i quali avendo egli finiti, più volte gli furono mandati a

chiedere. Et egli di continuo usava dire: "Io sudo e duro fatica su questa
encudine e voglio che qui su mi siano pagati i miei danari". Per che essi di
nuovo rimandorno per il lor lavoro et a dirgli che per i danari andasse che
subito sarebbe pagato, et egli ostinato rispondeva che prima gli portassero

i danari. Laonde il proveditore venuto in collera, perché i capitani gli
volevano vedere, gli mandò dicendo ch'esso aveva avuto la metà dei
danari e che mandasse gli alari che del rimanente lo sodisfarebbe. Per la
qual cosa il Caparra, avvedutosi del vero, diede al donzello uno alar solo,

dicendo: "Te' porta questo ch'è il loro e, se piace a essi, porta l'intero
pagamento che te gli darò, perciò che questo è mio". Gli ufficiali, veduto
l'opera mirabile che in quello aveva fatto, gli mandarono i danari a bottega
et esso mandò loro l'altro alare. Dicono ancora che Lorenzo de' Medici

volse far fare ferramenti per mandare a donar fuora, acciò che l'eccellenza
del Caparra si vedesse; per che andò egli stesso in persona a bottega sua
e per avventura trovò che lavorava alcune cose che erano di povere
persone da le quali aveva avuto parte del pagamento per arra;

richiedendolo dunque Lorenzo, egli mai non gli volse promettere di servirlo
se prima non serviva coloro, dicendogli che erano venuti a bottega inanzi a
lui e che tanto stimava i danari loro quanto quei di Lorenzo.

Al medesimo portarono alcuni cittadini giovani un disegno perché facesse
loro un ferro da sbarrare e rompere altri ferri con una vite, ma egli non gli
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