Page 706 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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finestra di San Matteo sopra la cappella di esso Apostolo, guardi la mirabile
invenzione di questa istoria e vedrà vivo Cristo chiamare Matteo dal banco,
che lo seguiti, il quale aprendo le braccia per riceverlo in sé, abbandona le
acquistate ricchezze e tesori. Et in questo mentre uno Apostolo,
addormentato appiè di certe scale, si vede essere svegliato da un altro con
prontezza grandissima, e nel medesimo modo vi si vede ancora un S. Piero
favellare con San Giovanni, sì belli l'uno e l'altro che veramente paiono
divini; in questa finestra medesima sono i tempi di prospettiva, le scale e
le figure talmente composte, et i paesi sì proprii fatti che mai non si
penserà che sien vetri, ma cosa piovuta da cielo a consolazione degli
uomini. Fece in detto luogo la finestra di Santo Antonio e di San Niccolò
bellissime e due altre, dentrovi nella una la storia quando Cristo caccia i
vendenti del tempio e nell'altra l'adultera, opere veramente tutte tenute
egregie e maravigliose. E talmente furono di lode, di carezze e di premii le
fatiche e le virtù del priore dagli Aretini riconosciute et egli di tal cosa tanto
contento e sodisfatto, che si risolvette eleggere quella città per patria, e di
Franzese che era diventare Aretino.
Appresso, considerando seco medesimo l'arte de' vetri essere poco eterna
per le rovine che nascono ognora in tali opre, gli venne desiderio di darsi
alla pittura e così dagli Operai di quel Vescovo prese a fare tre grandissime
volte a fresco, pensando lasciar di sé memoria. E gli Aretini in ricompensa,
gli fecero dare un podere, ch'era della Fraternità di Santa Maria della
Misericordia, vicino alla terra, con bonissime case a godimento della vita
sua. E volsero che, finita tale opera, fosse stimato per uno egregio artefice
il valor di quella e che gli Operai di ciò gli facessino buono il tutto. Perché
egli si mise in animo di farsi in ciò valere et alla similitudine delle cose
della cappella di Michelagnolo, fece le figure per la altezza grandissime. E
poté in lui talmente la voglia di farsi eccellente in tale arte, che ancora che
ei fosse di età di cinquanta anni, migliorò di cosa in cosa di modo che
mostrò non meno conoscere et intendere il bello, che in opera dilettarsi
contrafare il buono. Figurò i principi del Testamento Nuovo, come nelle tre
grandi il principio del Vecchio aveva fatto. Onde per questa cagione voglio
credere che ogni ingegno che abbia volontà di pervenire a la perfezzione,
possa passare (volendo affaticarsi) il termine d'ogni scienza. Egli si spaurì
bene nel principio di quelle per la grandezza e per non aver più fatto. Il che
fu cagione ch'egli mandò a Roma per maestro Giovanni Franzese miniatore,
il quale, venendo in Arezzo, fece in fresco sopra Santo Antonio uno arco
con un Cristo e nella Compagnia il segno che si porta a processione, che gli
furono fatti lavorare dal priore. Et egli molto diligentemente gli condusse.
In questo medesimo tempo fece alla chiesa di San Francesco l'occhio della
chiesa nella facciata dinanzi, opera grande, nel quale finse il papa nel