Page 703 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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sapendo l'eccellenza di Guglielmo, con buone promesse e danari, fece sì
che non gli fu difficile trarlo fuor de' frati, avendo egli per le discortesie
usategli e per le invidie, che son di continuo fra loro, più voglia di partirsi
che maestro Claudio bisogno di trarlo fuora. Vennero dunque a Roma, e lo

abito di San Domenico si mutò in quello di San Piero. Aveva Bramante fatto
fare allora due fenestre di trevertino nel palazzo del papa, le quali erano
nella sala dinanzi alla cappella, oggi abbellita di fabbrica in volta per
Antonio da San Gallo, e di stucchi mirabili per le mani di Perino del Vaga

fiorentino, le quali fenestre da maestro Claudio e da Guglielmo furono
lavorate, ancora che poi per il sacco spezzate per trarne i piombi per le
palle degli archibusi, le quali erano certamente maravigliose. Oltra queste
ne fecero per le camere papali infinite, delle quali il medesimo avvenne

che dell'altre due. Et oggi ancora se ne vede una nella camera del fuoco di
Raffaello sopra torre Borgia, nelle quali sono Angeli che tengono l'arme di
Leon X.

Fecero ancora in S. Maria del Popolo due fenestre nella capella di dietro
alla Madonna con le storie della vita di lei, le quali di quel mestiero furono
lodatissime. E queste opere non meno gli acquistarono fama e nome che

comodità alla vita. Ma maestro Claudio disordinando molto nel mangiare e
bere, come è costume di quella nazione, cosa pestifera all'aria di Roma,
ammalò d'una febbre sì grave che in sei giorni passò a l'altra vita. Per che
Guglielmo, rimanendo solo e quasi perduto senza il compagno, da sé

dipinse una fenestra in Santa Maria de Anima, chiesa de' Tedeschi in
Roma, pur di vetro, la quale fu cagione che Silvio cardinale di Cortona gli
fece offerte e convenne seco perché in Cortona sua patria alcune fenestre
et altre opere gli facesse, onde seco in Cortona lo condusse a abitare. E la

prima opera che facesse fu la facciata di casa sua, che è volta su la piazza,
la quale dipinse di chiaro oscuro e dentro vi fece Crotone e gli altri primi
fondatori di quella città. Laonde il cardinale, conoscendo Guglielmo non
meno buona persona che ottimo maestro di quella arte, gli fece fare nella

Pieve di Cortona la fenestra della cappella maggiore; nella quale fece la
Natività di Cristo et i Magi che l'adorano. Aveva Guglielmo bello spirito,
ingegno e grandissima pratica nel maneggiare i vetri, e massimamente nel
dispensare in modo i colori che i chiari venissero nelle prime figure et i più

oscuri, di mano in mano, in quelle che andavano più lontane; et in questa
parte fu raro e veramente eccellente. Ebbe poi nel dipignergli ottimo
giudizio, onde conduceva le figure tanto unite che elle si allontanavano a
poco a poco, per modo che non si apiccavano, né con i casamenti, né con i

paesi, e parevano dipinte in una tavola o più tosto di rilievo. Ebbe
invenzione e varietà nella composizione delle storie e le fece ricche e molto
accomodate, agevolando il modo di fare quelle pitture che vanno
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