Page 707 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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consistoro e la residenza de' cardinali, dove San Francesco porta le rose di
gennaio e per la confermazione della Regola va a Roma. Nella quale opera
mostrò quanto egli de' componimenti s'intendesse, che veramente si può
dire lui esser nato per quello essercizio. Quivi non pensi artefice alcuno, di

bellezza, di copia di figure, né di grazia già mai paragonarlo. Sono infinite
opere di finestre per quella città tutte bellissime e nella Madonna delle
Lagrime l'occhio grande con l'Assunzione della Madonna et Apostoli et una
d'una Annunziata bellissima. Un occhio con lo Sponsalizio et un altro

dentrovi un San Girolamo per gli Spadari. Similmente giù per la chiesa tre
altre finestre e nella chiesa di San Girolamo un occhio, con la Natività di
Cristo, bellissimo, et ancora un altro in San Rocco. Mandonne eziandio in
diversi luoghi come a Castiglion del Lago et a Fiorenza a Lodovico Capponi

una per in Santa Felicita, dove è la tavola di Iacopo da Puntormo, pittore
eccellentissimo, e la cappella lavorata da lui a olio in muro et in fresco et in
tavola, la quale finestra venne nelle mani de' frati Gesuati, che in Fiorenza
lavorano di tal mestiere, et essi la scommessero tutta per vedere i modi di

quello e molti pezzi per saggi ne levarono e di nuovo vi rimessero, e
finalmente la mutarono di quel ch'ella era.

Volse ancora colorire a olio e fece in San Francesco d'Arezzo alla cappella
della Concezzione una tavola, nella quale sono alcune vestimenta molto
ben condotte e molte teste vivissime e tanto belle che egli ne restò
onorato per sempre, essendo questa la prima opera che egli avese mai

fatta ad olio. Era il priore persona molto onorevole e si dilettava cultivare
et acconciare, onde, avendo compero un bellissimo casamento, fece in
quello infiniti bonificamenti. E come uomo religioso tenne di continuo
costumi bonissimi et il rimorso della conscienza, per la partita che fece da'

frati, lo teneva molto aggravato. Per il che a San Domenico d'Arezzo,
convento della sua Religione, fece una finestra alla cappella dell'altar
maggiore bellissima, nella quale fece una vite ch'esce di corpo a San
Domenico e fa infiniti santi frati i quali fanno lo albero della Religione et a

sommo è la Nostra Donna e Cristo che sposa Santa Caterina sanese, cosa
molto lodata e di gran maestria della quale non volse premio, parendoli
avere molto obligo a quella Religione. Mandò a Perugia in San Lorenzo una
bellissima finestra et altre infinite in molti luoghi intorno ad Arezzo. E

perché era molto vago delle cose d'architettura, fece per quella terra a'
cittadini assai disegni di fabbriche e di ornamenti per la città, le due porte
di San Rocco di pietra e lo ornamento di macigno che si mise alla tavola di
maestro Luca in San Girolamo. Nella Badia a Cipriano d'Anghiari ne fece

uno e nella Compagnia della Trinità alla cappella del Crocifisso un altro
ornamento et un lavamani ricchissimo nella sagrestia, i quali Santi
Scarpellino condusse in opera perfettamente. Laonde egli, che di lavorare
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