Page 709 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DEL CRONACA ARCHITETTO FIORENTINO



Molti ingegni si perdono, i quali farebbono opere rare e degne, se nel
venire al mondo percotessero in persone che sapessino e volessino
mettergli in opera a quelle cose dove e' son buoni. Dove egli avviene bene

spesso che, chi può, non fa e non vuole; e se pure chi che sia vuole fare
una qualche eccellente fabbrica, non si cura altrimenti cercare d'uno
architetto rarissimo e d'uno spirito molto elevato; anzi mette lo onore e la

gloria sua in mano a certi ingegni ladri che vituperano spesso il nome e la
fama delle memorie. E per tirare in grandezza chi dependa tutto da lui
(tanto puote la ambizione) dà spesso bando a' disegni buoni che si gli
dànno e mette in opera il più cattivo, onde rimane alla fama sua la
goffezza dell'opera, stimandosi, per quegli che sono giudiciosi, l'artefice e

chi lo fa operare essere d'uno animo istesso, da che ne l'opere si
coniungono. E per lo contrario, quanti sono stati i principi poco intendenti, i
quali per essersi incontrati in persone eccellenti e di giudizio, hanno doppo

la morte loro non minor fama avuto per le memorie delle fabriche che in
vita si avessero per il dominio ne' popoli. Ma veramente il Cronaca fu nel
suo tempo avventurato; perciò che egli seppe fare, trovò chi di continuo lo
mise in opera, et in cose tutte grandi e magnifiche. Di costui si racconta
che mentre Antonio Pollaiuolo era in Roma a lavorare le sepolture di

bronzo che sono in San Pietro, gli capitò a casa un giovanetto suo parente,
chiamato per proprio nome Simone, fuggitosi da Fiorenza per alcune
quistioni, il quale, avendo molta inclinazione all'arte dell'architettura per

essere stato con un maestro di legname, cominciò a considerare le
bellissime anticaglie di quella città e dilettandosene le andava misurando
con grandissima diligenzia. Laonde seguitando, non molto poi che fu stato
a Roma, dimostrò avere fatto molto profitto, sì nelle misure e sì nel
metterete in opera alcuna cosa; per il che, fatto pensiero di tornarsene a

Firenze, si partì di Roma et arrivato alla patria, per essere divenuto assai
buon ragionatore, contava le maraviglie di Roma e d'altri luoghi, con tanta
accuratezza che fu nominato da indi in poi il Cronaca: parendo veramente

a ciascuno che egli fusse una cronaca di cose nel suo ragionamento. Era
dunque costui fattosi tale ch'e' fu ne' moderni tenuto il più eccellente
architettore che fusse nella città di Fiorenza; per avere nel discernere i
luoghi giudizio e per mostrare che era con lo ingegno più elevato che molti
altri che attendevano a quel mestiero. Conoscendosi per le opere sue

quanto egli fussi buono imitatore delle cose antiche e quanto egli
osservasse le regole di Vetruvio e le opere di Filippo di Ser Brunellesco.
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