Page 712 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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volle altrimenti servire, anzi sgridandogli disse loro: "Io non voglio per niun
modo in così fatta cosa servirvi, perciò che non sono se non instrumenti da
ladri e da rubare o svergognare fanciulle. Non sono vi dico cosa per me, né
per voi, i quali mi parete uomini da bene". Costoro, veggendo che il
Caparra non voleva servirgli, dimandarono chi fusse in Fiorenza che
potesse servirgli; per che venuto egli in collera con dir loro una gran
villania se gli levò d'intorno. Non volle mai costui lavorare a Giudei, anzi
usava dire che i loro danari erano fraccidi e putivano. Fu persona buona e
religiosa, ma di cervello fantastico et ostinato: né volendo mai partirsi di
Firenze, per offerte che gli fussero fatte, in quella visse e morì. Ho di costui
voluto fare questa memoria, perché invero nell'esercizio suo fu singolare e
non ha mai avuto, né averà pari, come si può particolarmente vedere ne'
ferri e nelle bellissime lumiere di questo palazzo degli Strozzi, il quale fu
condotto a fine dal Cronaca et adornato d'un ricchissimo cortile d'ordine
corinzio e dorico con ornamenti di colonne, capitelli, cornici, fenestre e
porte bellissime. E se a qualcuno paresse che il didentro di questo palazzo
non corrispondesse al difuori, sappia che la colpa non è del Cronaca, perciò
che fu forzato accommodarsi dentro al guscio principiato da altri e
seguitare in gran parte quello che da altri era stato messo inanzi, e non fu
poco che lo riducesse a tanta bellezza, quanta è quella che vi si vede. Il
medesimo si risponde a coloro che dicessino che la salita delle scale non è
dolce, né di giusta misura, ma troppo erta e repente; e così anco a chi
dicesse che le stanze e gl'altri apartamenti di dentro non corrispondessino,
come si è detto, alla grandezza e magnificenza di fuori. Ma non perciò sarà
mai tenuto questo palazzo, se non veramente magnifico e pari a
qualsivoglia privata fabrica, che sia stata in Italia a' nostri tempi edificata.
Onde meritò e merita il Cronaca, per questa opera, infinita comendazione.
Fece il medesimo la sagrestia di Santo Spirito in Fiorenza, che è un tempio
a otto facce, con bella proporzione e condotto molto pulitamente. E fra
l'altre cose, che in questa opera si veggiono, vi sono alcuni capitelli
condotti dalla felice mano d'Andrea dal Monte Sansovino, che sono lavorati
con somma perfezzione. E similmente il ricetto della detta sagrestia, che è
tenuto di bellissima invenzione, se bene il partimento come si dirà non è su
le colonne ben partito. Fece anco il medesimo la chiesa di S. Francesco
dell'Osservanza in sul poggio di San Miniato fuor di Firenze e similmente
tutto il convento de' frati de' Servi, che è cosa molto lodata. Ne' medesimi
tempi, dovendosi fare, per consiglio di fra' Ieronimo Savonarola, allora
famosissimo predicatore, la gran sala del Consiglio nel palazzo della
Signoria di Firenze, ne fu preso parere con Lionardo da Vinci, Michelagnolo
Buonaroti, ancora che giovanetto, Giuliano da San Gallo, Baccio d'Agnolo e
Simone del Pollaiuolo detto il Cronaca, il quale era molto amico e divoto