Page 807 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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grandi, col suo essere universale e mettere mano in ogni cosa. E di vero
questa concorrenza gli fu di giovamento, perché ella gli fece mettere in
tutte l'opere quel maggiore studio e diligenza che potette, onde riuscirono
degne d'eterna lode. Per queste cagioni adunque gli fu dai soprastanti di S.
Rocco data a dipignere in fresco la capella di quella chiesa con tutta la
tribuna. Perché messovi mano, fece in quest'opera un Dio Padre nella
tribuna et una infinità di fanciulli che da esso si partono con belle e variate
attitudini. Nel fregio della detta tribuna, fece otto figure del Testamento
Vecchio, e negl'angoli i quattro Evangelisti, e sopra l'altar maggiore la
Trasfigurazione di Cristo, e ne' due mezzi tondi dalle bande sono i quattro
Dottori della Chiesa. Di mano del medesimo sono a mezza la chiesa due
quadri grandi: in uno è Cristo che risana una infinità d'infermi, molto ben
fatti, e nell'altra è un San Cristoforo che ha Gesù Cristo sopra le spalle. Nel
tabernacolo di legno di detta chiesa, dove si conservano l'argenterie, fece
un S. Martino a cavallo con molti poveri che porgono voti sotto una
prospettiva. Questa opera, che fu lodatissima, e gli acquistò onore et utile,
fu cagione che Messer Iacopo Soranzo, fattosi amico e dimestico suo, gli
fece allogare a concorrenza di Tiziano la sala de' Pregai, nella quale fece
molti quadri di figure che scortano al disotto in su, che sono bellissime; e
similmente un fregio di mostri marini lavorati a olio intorno a detta sala. Le
quali cose lo renderono tanto caro a quel Senato, che mentre visse ebbe
sempre da loro onorata provisione. E perché gareggiando cercò sempre di
far opere in luoghi dove avesse lavorato Tiziano, fece in S. Giovanni di
Rialto un S. Giovanni elemosinario che a' poveri dona danari; et a un altare
pose un quadro di S. Bastiano e S. Rocco et altri santi che fu cosa bella, ma
non però eguale all'opera di Tiziano; se bene molti, più per malignità che
per dire il vero, lodarono quella di Giovan Antonio. Fece il medesimo nel
chiostro di S. Stefano molte storie in fresco del Testamento Vecchio et una
del Nuovo, tramezzate da diverse Virtù, nelle quali mostrò scorti terribili di
figure; del qual modo di fare si dilettò sempre e cercò di porne in ogni suo
componimento, e difficilissime, adornandole meglio che alcun'altro pittore.
Avendo il prencipe Doria in Genova fatto un palazzo su la marina, et a
Perin del Vaga pittor celebratissimo fatto far sale, camere et anticamere a
olio et a fresco, che per la ricchezza e per la bellezza delle pitture sono
maravigliosissime, perché in quel tempo Perino non frequentava molto il
lavoro, acciò che per isprone e per concorrenza facesse quel che non
faceva per se medesimo, fece venire il Pordenone, il quale cominciò uno
terrazzo scoperto dove lavorò un fregio di fanciulli con la sua solita
maniera, i quali votano una barca piena di cose maritime, che girando
fanno bellissime attitudini. Fece ancora una storia grande quando Giasone
chiede licenza al zio per andare per il vello d'oro. Ma il Prencipe, vedendo il