Page 811 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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con palme in mano. La quale tavola, che fu fatta con molta diligenza e
condotta con buon giudizio nel colorito e nelle teste, che sono vivaci molto,
fu posta in detta chiesa di Camaldoli. Ma essendo quel monasterio, per
l'assedio di Firenze, tolto a que' padri romiti, che santamente in quella

chiesa celebravano i divini ufficii, e poi data alle monache di S. Giovannino
dell'Ordine de' Cavalieri Ierosolimitani, et ultimamente stato rovinato, fu la
detta tavola per ordine del signor duca Cosimo posta in San Lorenzo a una
delle cappelle della famiglia de' Medici, come quella che si può mettere fra

le migliori cose che facesse il Sogliano.
Fece il medesimo, per le monache della Crocetta, un cenacolo colorito a

olio, che fu allora molto lodato. E nella via de' Ginori, a Taddeo Taddei
dipinse in un tabernacolo a fresco un Crucifisso con la Nostra Donna e San
Giovanni a' piedi, et alcuni Angeli in aria che lo piangono molto vivamente.
La quale opera certo è molto lodata, e ben condotta per lavoro a fresco. Di

mano di costui è anco nel reffettorio della badia de' monaci Neri in Firenze
un Crucifisso con Angeli che volano e piangono con molta grazia, et a
basso è la Nostra Donna, S. Giovanni, S. Benedetto, S. Scolastica et altre
figure. Alle monache dello Spirito Santo, sopra la costa a S. Giorgio, dipinse

in due quadri, che sono in chiesa, S. Francesco e S. Lisabetta reina
d'Ungheria e suora di quell'Ordine. Per la Compagnia del Ceppo dipinse il
segno da portare a processione che è molto bello: nella parte dinanzi del
quale fece la visitazione di Nostra Donna, e dall'altra parte S. Niccolò

vescovo e due fanciulli vestiti da Battuti, uno de' quali gli tiene il libro e
l'altro le tre palle d'oro. Lavorò in una tavola in S. Iacopo sopr'Arno, la
Trinità con infinito numero di putti e S. Maria Maddalena ginocchioni, S.
Caterina e S. Iacopo, e dagli lati in fresco due figure ritte, un S. Girolamo in

penitenza e S. Giovanni. E nella predella fece fare tre storie a Sandrino del
Calzolaio suo creato, che furono assai lodate. Nel castello d'Anghiari fece in
testa d'una Compagnia in tavola un cenacolo a olio con figure di grandezza
quanto il vivo, e nelle due rivolte del muro, cioè dalle bande, in una Cristo

che lava i piedi a gl'Apostoli, e nell'altra un servo che reca due idrie
d'acqua; la quale opera in quel luogo è tenuta in gran venerazione, perché
invero è cosa rara, e che gli acquistò onore et utile. Un quadro che lavorò
d'una Giuditta, che avea spiccato il capo a Oloferne, come cosa molto bella

fu mandata in Ungheria; e similmente un altro, dove era la decollazione di
S. Giovanni Battista con una prospettiva nella quale ritrasse il difuori del
capitolo de' Pazzi che è nel primo chiostro di S. Croce, fu mandato da Paulo
da Terrarossa, che lo fece fare, a Napoli per cosa bellissima. Lavorò anco

per uno de' Bernardi altri due quadri, che furono posti nella chiesa
dell'Osservanza di S. Miniato in una cappella, dove sono due figure a olio
grandi quanto il vivo, cioè S. Giovanni Battista e S. Antonio da Padoa. Ma la
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