Page 814 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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se avesse fatto quello ch'aveva disegnato, perché i pittori esprimono
meglio i concetti dell'animo loro che gl'altrui. Ma dall'altro lato è onesto che
chi spende il suo si contenti. Il quale disegno del pane e del pesce è in
mano di Bartolomeo Gondi, il quale, oltre un gran quadro che ha di mano
del Sogliano, ha anco molti disegni e teste colorite dal vivo, sopra fogli
mesticati, le quali ebbe dalla moglie del Sogliano, poi che fu morto,
essendo stato suo amicissimo. E noi ancora avemo alcuni disegni del
medesimo nel nostro libro che sono belli affatto. Cominciò il Sogliano a
Giovanni Serristori una tavola grande, che s'aveva a porre in S. Francesco
dell'Osservanza, fuor della porta a S. Miniato, con un numero infinito di
figure, dove sono alcune teste miracolose e le migliori che facesse mai, ma
ella rimase imperfetta alla morte del detto Giovanni Serristori. Ma
nondimeno, perché Giovanni Antonio era stato pagato del tutto, la finì poi
a poco a poco e la diede a Messer Alamanno di Iacopo Salviati, genero et
erede di Giovanni Serristori, et egli insieme con l'ornamento la diede alle
monache di S. Luca, che l'hanno in via di S. Gallo posta sopra l'altar
maggiore. Fece Giovanni Antonio molte altre cose in Firenze, che parte
sono per le case de' cittadini e parte furono mandate in diversi paesi, delle
quali non accade far menzione, essendosi parlato delle principali.
Fu il Sogliano persona onesta e religiosa molto, e sempre attese ai fatti
suoi senza esser molesto a niuno dell'arte. Fu suo discepolo Sandrino del
Calzolaio, che fece il tabernacolo ch'è in sul canto delle Murate, et allo
spedale del Tempio un San Giovanni Battista che insegna il raccetto ai
poveri. E più opere arebbe fatto e bene, se non fusse morto, come fece,
giovane. Fu anco discepolo di costui Michele, che andò poi a stare con
Ridolfo Ghirlandai, dal quale prese il nome. E Benedetto similmente, che
andò con Antonio Mini discepolo di Michelagnolo Buonarroti in Francia,
dove ha fatto molte bell'opere. E finalmente Zanobi di Poggino, che ha
fatto molte opere per la città. In ultimo, essendo Giovanni Antonio già
stanco e male complessionato, dopo essere molto stato tormentato dal
male della pietra, rendé l'anima a Dio d'anni cinquantadue.
Dolse molto la sua morte per essere stato uomo da bene e perché molto
piaceva la sua maniera, facendo l'arie pietose et in quel modo che
piacciono a coloro che senza dilettarsi della fatiche dell'arte e di certe
bravure, amano e cose oneste, facili, dolci e graziose. Fu aperto dopo la
morte, e trovatogli tre pietre grosse ciascuna quanto un uovo, le quali non
volle mai acconsentire che se gli cavassino, né udirne ragionar mentre che
visse.
FINE DELLA VITA DI GIOVANNI ANTONIO SOGLIANI, PITTOR FIORENTINO