Page 817 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI PULIDORO DA CARAVAGGIO E MATURINO FIORENTINO

PITTORI


Nell'ultima età dell'oro, che così si poté chiamare per gl'uomini virtuosi et
artefici nobili la felice età di Leone Decimo, fra gl'altri spiriti nobilissimi

ebbe luogo onorato Pulidoro da Caravaggio di Lombardia, non fattosi per
lungo studio, ma stato prodotto e creato dalla natura pittore. Costui,
venuto a Roma nel tempo che per Leone si fabbricavano le logge del

palazzo del papa con ordine di Raffaello da Urbino, portò lo schifo, o
vogliam dir vassoio pieno di calce, ai maestri che muravano, infino a che fu
di età di diciotto anni. Ma cominciando Giovanni da Udine a dipignerle, e
murandosi e dipignendosi, la volontà e l'inclinazione di Polidoro molto volta
alla pittura, non restò di far sì ch'egli prese dimestichezza con tutti quei

giovani che erano valenti, per veder i tratti et i modi dell'arte e mettersi a
disegnar. Ma fra gl'altri, s'elesse per compagno Maturino fiorentino, allora
nella cappella del papa, et alle anticaglie tenuto bonissimo disegnatore.

Col quale praticando, talmente di quest'arte invaghì, che in pochi mesi fé
cose (fatta prova del suo ingegno) che ne stupì ogni persona che lo aveva
già conosciuto in quell'altro stato. Per la qual cosa, seguitandosi le logge,
egli sì gagliardamente si essercitò con quei giovani pittori; che erano
pratichi e dotti nella pittura, e sì divinamente apprese quella arte, che egli

non si partì di su quel lavoro senza portarsene la vera gloria del più bello e
più nobile ingegno, che fra tanti si ritrovasse. Per il che crebbe talmente
l'amor di Maturino a Polidoro e di Polidoro a Maturino, che deliberarono

come fratelli e veri compagni, vivere insieme e morire. E rimescolato le
volontà, i danari e l'opere, di comune concordia si misero unitamente a
lavorare insieme.

E perché erano in Roma pur molti che di grado, d'opere e di nome i coloriti
loro conducevano più vivaci et allegri, e di favori più degni e più sortiti,
cominciò a entrargli nell'animo, avendo Baldassarre Sanese fatto alcune

facce di case di chiaro scuro, d'imitar quell'andare et a quelle, già venute in
usanza, attendere da indi innanzi. Per che ne cominciarono una a Monte
Cavallo dirimpetto a S. Salvestro in compagnia di Pellegrino da Modena, la
quale diede loro animo di poter tentare se quello dovesse essere il loro
essercizio; e ne seguitarono dirimpetto alla porta del fianco di S. Salvatore

del Lauro un'altra; e similmente fecero da la porta del fianco della Minerva
un'istoria, e di sopra S. Rocco a Ripetta un'altra, che è uno fregio di mostri
marini. E ne dipinsero infinite in questo principio, manco buone dell'altre,

per tutta Roma, che non accade qui raccontarle per avere eglino poi in tal
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