Page 820 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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l'hanno avuta dopo la morte. Fecero ancora su la piazza, dove è il palazzo
de' Medici, dietro a Naona, una faccia coi trionfi di Paulo Emilio, et infinite
altre storie romane. Et a S. Salvestro di Monte Cavallo, per fra Mariano, per
casa e per il giardino alcune cosette; et in chiesa li dipinsero la sua
cappella e due storie colorite di S. Maria Maddalena, nelle quali sono i
macchiati de' paesi fatti con somma grazia e discrezione, perché Polidoro
veramente lavorò i paesi e macchie d'alberi e sassi, meglio d'ogni pittore.
Et egli nell'arte è stato cagione di quella facilità, che oggi usano gl'artefici
nelle cose loro.
Fecero ancora molte camere e fregi per molte case di Roma, coi colori a
fresco et a tempera lavorati, le quali opere erano da essi esercitate per
pruova, perché mai a' colori non poterono dare quella bellezza, che di
continuo diedero alle cose di chiaro e scuro, o in bronzo, o in terretta,
come si vede ancora nella casa che era del cardinale di Volterra da Torre
Sanguigna. Nella faccia della quale fecero un ornamento di chiaro scuro
bellissimo, e dentro alcune figure colorite, le quali son tanto mal lavorate e
condotte, che hanno deviato dal primo essere il disegno buono ch'eglino
avevano. E ciò tanto parve più strano per esservi appresso un'arme di papa
Leone, di ignudi, di mano di Giovan Francesco Vetraio, il quale se la morte
non avesse tolto di mezzo arebbe fatto cose grandissime. E non isgannati
per questo della folle credenza loro, fecero ancora in S. Agostino di Roma,
all'altare de' Martelli, certi fanciulli coloriti, dove Giacopo Sansovino per fine
dell'opera, fece una Nostra Donna di marmo; i quali fanciulli non paiono di
mano di persone illustri, ma d'idioti che comincino allora a imparare. Per il
che nella banda dove la tovaglia cuopre l'altare, fece Polidoro una storietta
d'un Cristo morto con le Marie, ch'è cosa bellissima, mostrando nel vero
essere più quella la professione loro che i colori. Onde, ritornati al sotto
loro, fecero in Campo Marzio due facciate bellissime: nell'una le storie di
Anco Marzio, e nell'altra le feste de' Saturnali celebrati in tal luogo, con
tutte le bighe e quadrighe de' cavalli ch'agli obelischi aggirano intorno, che
sono tenute bellissime per esser elleno talmente condotte di disegno e
bella maniera, che espressissimamente rappresentano quegli stessi
spettacoli per i quali elle sono dipinte. Sul canto della Chiavica, per andare
a Corte Savella, fecero una facciata la quale è cosa divina, e delle belle che
facessero, giudicata bellissima; perché oltra l'istoria delle fanciulle che
passano il Tevere, abbasso vicino alla porta è un sacrifizio fatto con
industria et arte maravigliosa, par vedersi osservato quivi tutti gli
instrumenti e tutti quegli antichi costumi, che a' sacrifizii di quella sorte si
solevano osservare. Vicino al Popolo, sotto S. Iacopo degli Incurabili, fecero
una facciata con le storie d'Alessandro Magno ch'è tenute bellissima, nella
quale figurarono il Nilo e 'l Tebro di Belvedere antichi. A San Simeone