Page 813 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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verso Camposanto è la Nostra Donna col Figliuolo in collo, al quale S.
Marta fa carezze. Sonovi poi ginocchioni S. Cecilia, S. Agostino, S. Gioseffo
e S. Guido romito, et innanzi San Girolamo nudo e S. Luca Evangelista con
alcuni putti che alzano un panno et altri che tengono fiori. Nell'altra fece,
come volle l'Operaio, un'altra Nostra Donna col Figliuolo in collo, S. Giacopo
interciso, S. Matteo, S. Silvestro papa e S. Turpè cavaliere; e per non fare il
medesimo nell'invenzioni che gl'altri, ancor che in altro avesse variato
molto, dovendovi pur far la Madonna, la fece con Cristo morto in braccio e
que' Santi, come intorno a un Deposto di croce. E nelle croci, che sono in
alto, fatte a guisa di tronchi, sono confitti due ladroni nudi, et intorno
cavalli, i crucifissori con Giuseppo e Nicodemo e le Marie, per sodisfare
all'Operaio che, fra tutte le dette tavole, volle che si ponessero tutti i Santi,
che erano già stati in diverse cappelle vecchie disfatte, per rinovar la
memoria loro alle nuove. Mancava alle dette una tavola, la quale fece il
Bronzino, con un Cristo nudo et otto Santi. Et in questa maniera fu dato
fine alle dette cappelle, le quali arebbe potuto far tutte di sua mano Giovan
Antonio, se non fusse stato tanto lungo. E perché egli si era acquistato
molta grazia fra i Pisani, gli fu, dopo la morte d'Andrea del Sarto, data a
finire una tavola per la Compagnia di S. Francesco, che il detto Andrea
lasciò abbozzata; la quale tavola è oggi nella detta Compagnia in sulla
piazza di S. Francesco di Pisa.
Fece il medesimo, per l'Opera del detto Duomo, alcune filze di drappelloni,
et in Firenze molti altri, perché gli lavorava volentieri e massimamente in
compagnia di Tommaso di Stefano pittor fiorentino amico suo. Essendo
Giovanni Antonio chiamato da' frati di S. Marco di Firenze a fare in testa del
loro reffettorio in fresco un'opera a spese d'un loro frate converso de'
Molletti, ch'aveva avuto buone facultà di patrimonio al secolo, voleva farvi
quando Gesù Cristo con cinque pani e due pesci diede mangiar a
cinquemila persone, per far lo sforzo di quello che sapeva fare; e già
n'aveva fatto il disegno con molte donne, putti et altra turba e confusione
di persone, ma i frati non vollono quella storia, dicendo voler cose positive,
ordinarie e semplici. Laonde, come piacque loro, vi fece quando San
Domenico, essendo in reffettorio con i suoi frati e non avendo pane, fatta
orazione a Dio, fu miracolosamente quella tavola piena di pane, portato da
due Angeli in forma umana. Nella qual opera ritrasse molti frati che allora
erano in quel convento, i quali paiono vivi, e particolarmente quel converso
de' Molletti che serve a tavola. Fece poi nel mezzo tondo sopra la mensa S.
Domenico a piè d'un Crucifisso, la Nostra Donna e S. Giovanni Evangelista
che piangono, e dalle bande S. Caterina da Siena e S. Antonino arcivescovo
di Firenze e di quell'Ordine, la quale fu condotta, per lavoro a fresco, molto
pulitamente e con diligenza. Ma molto meglio sarebbe riuscito al Sogliano