Page 862 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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degl'uomini, il moversi dell'onde, i lampi e baleni del cielo, l'acqua rotta dai
remi e i remi piegati dall'onde e dalla forza de' vogadori. Che più? Io per
me non mi ricordo aver mai veduto la più orrenda pittura di quella,
essendo talmente condotta, e con tanta osservanza nel disegno,

nell'invenzione e nel colorito, che pare che tremi la tavola, come tutto
quello che vi è dipinto fusse vero. Per la quale opera merita Iacopo Palma
grandissima lode, e di essere annoverato fra quegli che posseggono l'arte
et hanno in poter loro facultà d'esprimere nelle pitture le difficultà dei loro

concetti. Conciò sia che, in simili cose difficili, a molti pittori vien fatto nel
primo abbozzare l'opera, come guidati da un certo forore, qualche cosa di
buono e qualche fierezza, che vien poi levata nel finire e tolto via quel
buono che vi aveva posto il furore. E questo avviene perché molte volte chi

finisce considera le parti e non il tutto di quello che fa, e va (rafreddandosi
gli spiriti) perdendo la vena della fierezza. Là dove costui stette sempre
saldo nel medesimo proposito, e condusse a perfezzione il suo concetto,
che gli fu allora, e sarà sempre, infinitamente lodato.

Ma senza dubbio, come che molte siano e molto stimate tutte l'opere di
costui, quella di tutte l'altre è migliore e certo stupendissima, dove ritrasse,

guardandosi in una spera, se stesso di naturale, con alcune pelli di camello
intorno a certi ciuffi di capegli tanto vivamente che non si può meglio
immaginare; perciò che poté tanto lo spirito del Palma in questa cosa
particolare, che egli la fece miracolosissima e fuor di modo bella, come

afferma ognuno, vedendosi ella quasi ogni anno nella mostra
dell'Ascensione. Et invero ella merita di essere celebrata per disegno, per
artificio e per colorito, et insomma per essere di tutta perfezzione, più che
qual si voglia altra opera che da pittore viniziano fusse stata insino a quel

tempo lavorata; perché, oltre all'altre cose, vi si vede dentro un girar
d'occhi sì fatto che Lionardo da Vinci e Michelagnolo Buonarroti non
averebbono altrimenti operato. Ma è meglio tacere la grazia, la gravità e
l'altre parti che in questo ritratto si veggono, perché non si può tanto dire

della sua perfezzione, che più non meriti. E se la sorte avessi voluto che il
Palma, dopo quest'opera, si fusse morto, egli solo portava il vanto d'aver
passato tutti coloro che noi celebriamo per ingegni rari e divini; là dove la
vita, che durando lo fece operare, fu cagione che non mantenendo il

principio che avea preso, venne a diminuire tutto quello che infiniti
pensarono che dovesse accrescere. Finalmente, bastandogli che una o due
opere perfette gli levassero il biasimo in parte che gli averebbono l'altre
acquistato, si morì d'anni quarantotto in Vinezia.

Fu compagno et amico del Palma, Lorenzo Lotto pittor vineziano, il quale

avendo imitato un tempo la maniera de' Bellini, s'appiccò poi a quella di
Giorgione, come ne dimostrano molti quadri e ritratti che in Vinezia sono
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