Page 867 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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fondarla e di conservarla ancora per sì fatta maniera che per l'avenire non
rovinasse. Il qual modo di conservarla fu questo, che egli ordinò che detta
pila si tenesse sempre fasciata intorno di doppie travi lunghe e fitte
nell'acqua d'ogn'intorno, acciò la difendessino in modo che il fiume non la
potesse cavare sotto, essendo che in quel luogo, dove è fondata, è il
principal corso del fiume che ha il fondo tanto molle che non vi si truova
sodezza di terreno da potere altrimenti fondarla. Et invero fu ottimo, per
quello che si è veduto, il consiglio di fra' Iocondo, perciò che da quel tempo
in qua è durata e dura, senza avere mai mostrato un pelo, e si spera,
osservandosi quanto diede in ricordo quel buon padre, che durerà
perpetuamente.
Stette fra' Iocondo in Roma nella sua giovinezza molti anni, e dando opera
alla cognizione delle cose antique, cioè non solo alle fabriche, ma anco
all'inscrizzioni antiche che sono nei sepolcri et all'altre anticaglie, e non
solo in Roma, ma ne' paesi all'intorno et in tutti i luoghi d'Italia, raccolse in
un bellissimo libro tutte le dette inscrizzioni e memorie e lo mandò a
donare, secondo ch'affermano i Veronesi medesimi, al Magnifico Lorenzo
Vecchio de' Medici, con il quale, come amicissimo e fautor di tutti i virtuosi,
egli e Domizio Calderino, suo compagno e della medesima patria, tenne
sempre grandissima servitù. E di questo libro fa menzione il Poliziano nelle
sue Mugillane, nelle quali si serve d'alcune autorità del detto libro,
chiamando fra' Iocondo peritissimo in tutte l'antiquità. Scrisse il medesimo
sopra i Comentarii di Cesare, alcune osservazioni che sono in stampa. E fu
il primo che mise in disegno il ponte fatto da Cesare sopra il fiume Rodano,
descritto da lui nei detti suoi Comentarii e male inteso ai tempi di fra'
Iocondo, il quale confessa il detto Budeo avere avuto per suo maestro nelle
cose d'architettura; ringraziando Dio d'avere avuto un sì dotto e sì diligente
precettore sopra Vitruvio, come fu esso frate, il quale ricorresse in quello
autore infiniti errori non stati infino allora conosciuti. E questo poté fare
agevolmente per essere stato pratico in tutte le dottrine, e per la
cognizione che ebbe della lingua greca e della latina. E queste et altre cose
afferma esso Budeo, lodando fra' Iocondo per ottimo architettore,
aggiungendo che per opera del medesimo furono ritrovate la maggior parte
delle Pistole di Plinio in una vecchia libreria in Parigi; le quali, non essendo
state più in mano degl'uomini, furono stampate da Aldo Manuzio, come si
legge, in una sua pistola latina stampata con le dette. Fece fra' Iocondo,
stando in Parigi al servizio del re Lodovico Duodecimo, due superbissimi
ponti sopra la Senna carichi di botteghe; opera degna veramente del
grand'animo di quel re e del maraviglioso ingegno di fra' Iocondo. Onde
meritò, oltre la inscrizione che ancor oggi si vede in queste opere in lode
sua, che il Sanazzaro, poeta rarissimo, l'onorasse con questo bellissimo