Page 868 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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distico:


Iocundus geminum imposuit tibi Sequana pontem;

hunc tu iure potes dicere Pontificem.



Fece, oltre ciò, altre infinite opere per quel re in tutto il regno, ma essendo
stato solamente fatto memoria di queste come maggiori, non ne dirò altro.

Trovandosi poi in Roma alla morte di Bramante, gli fu data la cura del
tempio di San Piero, in compagnia di Raffaello da Urbino e Giuliano da S.
Gallo, acciò continuasse quella fabrica cominciata da esso Bramante; per
che minacciando ella rovina in molte parti, per essere stata lavorata in

fretta e per le cagioni dette in altro luogo, fu per consiglio di fra' Iocondo,
di Raffaello e di Giuliano per la maggior parte rifondata; nel che fare,
dicono alcuni che ancor vivono e furono presenti, si tenne questo moda:

furono cavate, con giusto spazio dall'una all'altra, molte buche grandi a uso
di pozzi, ma quadre, sotto i fondamenti, e quelle ripiene di muro fatto a
mano furono fra l'uno e l'altro pilastro, o vero ripieno di quelle, gettati archi
fortissimi sopra il terreno, in modo che tutta la fabrica venne a esser posta,
senza che si rovinasse, sopra nuove fondamenta, e senza pericolo di fare

mai più risentimento alcuno.

Ma quello in che mi pare che meriti somma lode fra' Iocondo, si fu un'opera
di che gli deveno avere obligo eterno non pur i viniziani, ma con essi tutto
il mondo; perché considerando egli che l'eternità della Republica di Vinizia
pende in gran parte dal conservarsi nel sito inespugnabile di quelle lagune,
nelle quali è quasi miracolosamente edificata quella città, e che ogni volta

che le dette lagune atterrassero, o sarebbe l'aria infetta e pestilente, e per
conseguente la città inabitabile, o che per lo meno ella sarebbe sottoposta
a tutti quei pericoli a che sono le città di terraferma, si mise a pensare in

che modo si potesse provedere alla conservazione delle lagune e del sito in
che fu da principio la città edificata. E trovato il modo, disse fra' Iocondo a
que' signori che, se non si veniva a presta resoluzione di riparare a tanto
danno, fra pochi anni, per quello che si vedeva essere avenuto in parte,
s'accorgerebbono dell'errore loro senza essere a tempo a potervi rimediare.

Per lo quale avvertimento svegliati que' signori e udite le vive ragioni di fra'
Iocondo, e fatta una congregazione de' più rari ingegnieri et architetti che
fussero in Italia, furono dati molti pareri e fatti molti disegni, ma quello di

fra' Iocondo fu tenuto il migliore e messo in essecuzione. E così si diede
principio a divertire con un cavamento grande i duoi terzi, o almeno la
metà dell'acque che mena il fiume della Brenta, le quali acque con lungo
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