Page 873 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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può vedere nel Duomo di quella città, dove è in un quadro di sua mano la
storia de' Magi, con un numero infinito di figure piccole e di cavalli, cani et
altri diversi animali, et appresso un gruppo di Cherubini di color rosso, che
fanno appoggiatoio alla madre di Gesù; nella quale opera sono le teste
finite et ogni cosa condotta con tanta diligenza che, come ho detto, paiono
miniate. Fece ancora per la capella della detta Madonna, in Duomo, in una
predelletta pure a uso di minio, storie di Nostra Donna. Ma questa fu poi
fatta levar di quel luogo da monsignor Messer Giovan Matteo Giberti,
vescovo di Verona, e posta in Vescovado alla capella del palazzo, dove è la
residenza de' vescovi e dove odono messa ogni mattina. La quale predella
in detto luogo è accompagnata da un Crucifisso di rilievo bellissimo, fatto
da Giovanbatista scultore veronese che oggi abita in Mantoa. Dipinse
Liberale una tavola in San Vitale alla capella degl'Allegni, dentrovi San
Mastro confessore e veronese, uomo di molta santità, posto in mezzo da
un San Francesco e San Domenico. Nella Vittoria, chiesa e convento di certi
frati eremiti, dipinse nella capella di San Girolamo, in una tavola per la
famiglia de' Scaltritegli, un San Girolamo in abito di cardinale et un San
Francesco e San Paulo molto lodati. Nel tramezzo della chiesa di San
Giovanni in Monte dipinse la Circoncisione di Cristo et altre cose, che
furono, non ha molto, rovinate, perché pareva che quel tramezzo
impedisse la bellezza della chiesa.
Essendo poi condotto Liberale dal generale de' monaci di Monte Oliveto a
Siena, miniò per quella Relligione molti libri, i quali gli riuscirono in modo
ben fatti, che furono cagione che egli ne finì di miniar alcuni rimasi
imperfetti, cioè solamente scritti, nella libreria de' Piccolomini. Miniò anco
per il Duomo di quella città alcuni libri di canto fermo; e vi sarebbe
dimorato più e fatto molte opere che aveva per le mani, ma cacciato
dall'invidie e dalle persecuzioni se ne partì per tornare a Verona con
ottocento scudi, che egli avea guadagnati, i quali prestò poi ai monaci di
Santa Maria in Organo di Monte Oliveto, traendone alcune entrate per
vivere giornalmente. Tornato dunque a Verona, diede più che ad altro
opera al miniare tutto il rimanente della sua vita.
Dipinse a Bardolino, castello sopra il lago di Garda, una tavola che è nella
Pieve; et un'altra per la chiesa di San Tommaso Apostolo; et una
similmente nella chiesa di S. Fermo, convento de' frati di San Francesco,
alla capella di San Bernardo, il quale Santo dipinse nella tavola, e nella
predella fece alcune istorie della sua vita. Fece anco nel medesimo luogo
et in altri, molti quadri da spose, de' quali n'è uno in casa di Messer
Vincenzio de' Medici in Verona, dentrovi la Nostra Donna et il Figliuolo in
collo che sposa Santa Caterina. Dipinse a fresco in Verona una Nostra
Donna e San Giuseppo sopra il cantone della casa de' Cartai, per andare