Page 874 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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dal ponte nuovo a Santa Maria in Organo, la quale opera fu molto lodata.
Arebbe voluto Liberale dipignere in Santa Eufemia la capella della famiglia
de' Rivi, la quale fu fatta per onorare la memoria di Giovanni Riva, capitano
d'uomini d'arme nella giornata del Taro, ma non l'ebbe; perché essendo

allogata ad alcuni forestieri, fu detto a lui che per essere già molto vecchio,
non lo serviva la vista. Onde scoperta questa capella, nella quale erano
infiniti errori, disse Liberale che chi l'aveva allogata aveva avuto peggior
vista di lui.

Finalmente essendo Liberale d'anni ottantaquattro o meglio, si lasciava
governare dai parenti, e particolarmente da una sua figliuola maritata, la

quale lo trattava insieme con gl'altri malissimamente; per che sdegnatosi
con esso lei e con gl'altri parenti, e trovandosi sotto la sua custodia
Francesco Torbido detto il Moro, allora giovane e suo affezionatissimo e
diligente pittore, lo instituì erede della casa e giardino che aveva a San

Giovanni in Valle, luogo in quella città amenissimo; e con lui si ridusse,
dicendo volere che anzi godesse il suo uno che amasse la virtù, che chi
disprezzava il prossimo. Ma non passò molto che si morì nel dì di Santa
Chiara l'anno 1536, e fu sepolto in San Giovanni in Valle, d'anni 85. Furono

suoi discepoli Giovan Francesco e Giovanni Caroti, Francesco Torbido detto
il Moro, e Paulo Cavazzuola, de' quali, perché invero sono bonissimi
maestri, si farà menzione a suo luogo.

Giovanfrancesco Caroto nacque in Verona l'anno 1470, e dopo avere
apparato i primi principii delle lettere, essendo inclinato alla pittura,

levatosi dagli studii della grammatica, si pose a imparare la pittura con
Liberale veronese, promettendogli ristorarlo delle sue fatiche. Così
giovinetto, dunque, attese Giovanfrancesco con tanto amore e diligenza al
disegno, che con esso e col colorito fu nei primi anni di grande aiuto a
Liberale. Non molti anni dopo, essendo con gl'anni cresciuto il giudizio, vide

in Verona l'opere d'Andrea Mantegna e parendogli, sì come era in effetto,
che elle fussero d'altra maniera e migliori che quelle del suo maestro, fece
sì col padre che gli fu conceduto, con buona grazia di Liberale, acconciarsi

col Mantegna. E così andato a Mantoa e postosi con esso lui, acquistò in
poco tempo tanto che Andrea mandava fuori dell'opere di lui per di sua
mano. Insomma non andarono molti anni che riuscì valente uomo.

Le prime opere che facesse, uscito che fu di sotto al Mantegna, furono in
Verona nella chiesa dello spedale di S. Cosimo all'altare de' tre Magi, cioè i
portegli che chiuggono il detto altare, ne' quali fece la Circoncisione di

Cristo et il suo fuggire in Egitto, con altre figure. Nella chiesa de' frati
Ingesuati, detta San Girolamo, in due angoli d'una capella fece la Madonna
e l'Angelo che l'annunzia. Al priore de' frati di San Giorgio lavorò in una
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