Page 870 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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una spiaggia o fondamento assai largo che servisse per piazza, e vi si
vendessero, secondo che fusseno deputati i luoghi, erbaggi, frutte, pesci et
altre cose che vengono da molti luoghi alla città. Era di parere, appresso,
che si fabricassero, intorno intorno dalla parte di fuori, boteghe che

riguardassero le dette piazze, le quali boteghe servissero solamente a cose
da mangiare d'ogni sorte. In queste quattro facciate aveva il disegno di fra'
Iocondo quattro porte principali, cioè una per facciata posta nel mezzo e
dirimpetto a corda all'altra. Ma prima che s'entrasse nella piazza di mezzo,

entrando dentro, da ogni parte si trovava a man destra et a man sinistra
una strada, la quale, girando intorno il quadro, aveva botteghe di qua e di
là, on fabriche sopra bellissime e magazzini per servigio di dette botteghe,
le quali tutte erano deputate alla drapperia, cioè panni di lana fini, et alla

seta; le quali due sono le principali arti di quella città. Et insomma in
questa entravano tutte le botteghe che sono dette de' toscani e de'
setaiuoli. Da queste strade doppie di botteghe che sboccavano alle quattro
porte, si doveva entrare nel mezzo di detta fabbrica, cioè in una

grandissima piazza con belle e gran logge intorno intorno per commodo de'
mercanti e servizio de' popoli infiniti, che in quella città, la quale è la
dogana d'Italia, anzi d'Europa, per lor mercanzie e traffichi concorrono.
Sotto le quali logge doveva essere intorno intorno le botteghe de'

banchieri, orefici e gioiellieri, e nel mezzo aveva a essere un bellissimo
tempio dedicato a San Matteo, nel quale potessero la mattina i
gentiluomini udire i divini uffizii: nondimeno dicono alcuni che, quanto a
questo tempio, aveva fra' Iocondo mutato proposito e che voleva farne

due, ma sotto le logge perché non impedissero la piazza. Doveva oltre ciò
questo superbissimo edifizio avere tanti altri comodi e bellezze et
ornamenti particolari, che chi vede oggi il bellissimo disegno che di quello
fece fra' Iocondo, afferma che non si può imaginare, né rappresentar da

qual si voglia più felice ingegno, o eccellentissimo artefice, alcuna cosa né
più bella, né più magnifica, né più ordinata di questa. Si doveva anche, col
parere del medesimo, per compimento di quest'opera, fare il ponte di
Rialto di pietre e carico di botteghe, che sarebbe stato cosa maravigliosa.

Ma che quest'opera non avesse effetto, due furono le cagioni: l'una il
trovarsi la Republica, per le gravissime spese fatte in quella guerra,
esausta di danari; e l'altra perché un gentiluomo, si dica di Ca'
Valereso grande in quel tempo e di molta autorità, forse per qualche

interesse particolar, tolse a favorire, come uomo in questo di poco giudizio,
un maestro Zamfragnino che, secondo mi vien detto, vive ancora, il quale
l'aveva in sue particolari fabriche servito, il quale Zamfragnino (degno e
conveniente nome dell'eccellenza del maestro) fece il disegno di quella

marmaglia che fu poi messo in opera, e la quale oggi si vede. Della quale
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